Venticinque dei cento maggiori gruppi mondiali della moda e del lusso sono italiani. Nessun altro Paese può vantare una presenza simile nella classifica. Certo, le aziende italiane non sono tra le più grandi in termini di dimensioni, ma hanno redditività di tutto rispetto. Segno che superata la “soglia critica” dei 300 milioni di euro di fatturato (questo il criterio per scegliere le cento aziende), anche senza avere fatturati miliardari si possono realizzare buone economie di scala e quindi utili. È questo il quadro che emerge dall'indagine Pambianco «Top 100 gruppi mondiali della moda», che ha preso in esame i bilanci 2005 di aziende di abbigliamento, calzature, pelletteria, occhiali, gioielli e orologi.
Al primo posto assoluto per ricavi c'è il colosso francese Lvmh, con 13,9 miliardi di euro (+10,2% rispetto al 2004), seguito dall'americana Gap (abbigliamento casual) e da Nike. Il primo gruppo italiano, in decima posizione assoluta, è Luxottica, che ha chiuso il 2005 con un fatturato di 4,371 miliardi, in crescita del 34,3% rispetto al 2004. Anche se la vera lepre, in termini di ricavi, è stata Replay: il giro d'affari del gruppo veneto (322 milioni di euro) è cresciuto del 41,5% e per il 2006 si prevede un ulteriore aumento del 12%.
«La classifica dimostra che i gruppi italiani sono sulla strada giusta per diventare player globali, spiega Carlo Pambianco, presidente dell'omonima società di analisi e consulenza per il settore moda e lusso. Tra la prima azienda, Luxottica, e la seconda, Benetton, c'è però ancora un abisso in termini di fatturato: 4,3 miliardi conto 1,7. La dimensione media dei 25 gruppi italiani è di 925 milioni di euro, contro i quasi due miliardi della media dei 925 gruppi nel complesso. Ma se guardiamo alla redditività, aggiunge Pambianco, il gap si annulla: l'ebitda (margine operativo lordo) delle italiane è del 16,8%, in crescita rispetto al 16,1% del 2004. La percentuale media complessiva è la stessa. Se guardiamo all'utile netto, per le aziende del made in Italy siamo al 6,3%, in aumento rispetto al 5,2% del 2004. La media dei cento è del 6,4%».
«La strada scelta è giusta», dice Pambianco, ma quali sono le aziende da cui gli italiani possono prendere esempio per migliorare ulteriormente? «Negli Stati Uniti c'è il caso Coach, un produttore di pelletteria (borse e accessori) che ha un ebitda eccezionale, il migliore in assoluto, pari al 393%: Coach, spiega Pambianco, produce a costi molto bassi in Cina, e vende a prezzi relativamente alti. Ma anche la qualità lo è: (azienda ha delocalizzato, però mantiene un controllo strettissimo sulla produzione. In Italia per l'ebitda il risultato migliore, 28,3%, è di Dolce & Gabbana, seguito da Only the Brave (la holding di Renzo Rosso) e Tod's. Mentre il campione per utile netto è Geox, con il 16,5%, seguito da Dolce & Gabbana e Bulgari».
(Lo studio integrale è disponibile a pagamento, per ulteriori informazioni clicca qui).
(Nella foto Mario Moretti Polegato, patron di Geox).
Estratto da Il Sole 24 Ore del 19/12/06 a cura di Pambianconews