Tra le imprenditrici più riservate d'Italia perché, dice, «alle chiacchiere preferisco i fatti». E, vista la sua agenda, non è difficile crederle: 12 ore di lavoro al giorno, a volte persino al Parco di Trenno di Milano, durante la sua abituale sessione di jogging. Giulia Ligresti, 37 anni, presidente e amministratore delegato di Premafin, la holding di famiglia cui fanno capo il gruppo Fondiaria-Sai, tra i principali poli assicurativi d'Italia con una raccolta premi di oltre 10 miliardi di euro, e un centinaio di società attive nei settori immobiliare, bancario, agricolo e dei servizi, è un tipo tosto.
C'era davvero bisogno di un nuovo marchio, nel panorama del fashion?
Il mercato è alla continua ricerca di novità, quindi lo spazio c'è. L'importante è sapersi distinguere, creando qualcosa che possa lasciare il segno. E poi la moda era uno dei pochi segmenti in cui non eravamo ancora presenti.
Qual è la peculiarità di Gilli?
L'ironia sofisticata. Il brand si rivolge a chi non si sente banale e ama indossare oggetti particolari, che non passino inosservati. Anche se la qualità è la vera prerogativa. I prodotti sono made in Italy al 100% e, fatto da non sottovalutare, realizzati perlopiù a mano. C'è un solo artigiano, per esempio, in grado di confezionare la nostra borsa di punta, l'«Hollywood Party Cube», che è tempestata di mezzo chilo di cristalli Swarovski.
Non sarà a buon prezzo.
Costa 3.240 euro, ma è l'articolo più caro. Gli altri modelli oscillano tra 450 e 600 euro. Tuttavia, con l'introduzione della linea abbigliamento, abbiamo realizzato pezzi decisamente più competitivi. A partire dalle T-shirt a 60 euro e dai jeans, su cui puntiamo molto, a 212 curo.
A proposito di negozi, come è organizzata la vostra rete distributiva?
Abbiamo due negozi monomarca a Milano, e stiamo per inaugurarne un terzo a Roma, in piazza di Spagna. Presto saremo a Torino. Inoltre, siamo presenti in circa 200 multibrand. All'esteropuntiamo sui mercati emergenti: Russia, Ucraina e Medio Oriente, soprattutto. E siamo già molto forti in Giappone.
Estratto da Economy del 24/11/06 a cura di Pambianconews