La Medusa, per una volta, è stata più forte delle Cassandre. Quelle che solo due anni fa (confortate dai numeri) ne avevano vaticinato la fine. Si sono sbagliate. La Medusa ce l´ha fatta. Ci ha messo nove anni per elaborare il lutto della scomparsa del suo geniale creatore, Gianni Versace. Ma alla fine ha trovato la strada giusta: la famiglia ha fatto un passo indietro affidando il timone a Giancarlo Di Risio, manager molisano con esperienze in Ittierre e Fendi.
Cos´è successo negli ultimi due anni, dottor Di Risio?
«Semplice: abbiamo fatto molto in poco tempo, spinti dalla necessità di tamponare una situazione difficile. Sette linee minori sono state chiuse. Abbiamo deciso di fare solo il nostro mestiere: così si è deciso di smettere di produrre profumi e orologi, attività in cui eravamo in profondo rosso, per affidarci a produzioni in licenza che oggi ci rendono bene. Quindi abbiamo fatto una scelta strategica precisa: puntare tutto sul lusso di gamma alta. Cosa che grazie al genio di Gianni Versace sta nel Dna di quest´azienda. È una sfida in controtendenza rispetto al made in Italy che tende a cercarsi una nicchia nel pret-a- porter. Ma oggi mi sembra che queste scelte stiano pagando».
L´emergenza è finita?
«Sì. Oggi Versace cammina da sola. Poggia le sue basi su una solida struttura industriale e sulla forza creativa di Donatella e dei nostri stilisti. Nei primi sei mesi dell´anno abbiamo guadagnato 2 milioni, la seconda metà dell´anno sta andando altrettanto bene. Abbiamo pagato i debiti con i soldi generati dalla gestione e vendendo “solo” un palazzo a New York. Ci siamo tenuti la sede di via del Gesù, abbiamo salvato la memoria storica di questo gruppo e oggi siamo pronti a lanciare la sfida ai francesi per la leadership nelle maison di superlusso nei paesi emergenti».
Come?
«Lavorando su due fronti. Il business tradizionale e un´oculata gestione del marchio. Nel primo caso apriremo altre 9 boutique in Cina e amplieremo la rete oltre i suoi 68 punti vendita attuali. Sul brand invece, stiamo affidando alla Medusa il compito di completare il nostro riposizionamento nella fascia alta di mercato. I Versace Palace saranno un passaggio cruciale, anche per i ritorni che dovremmo avere dal 2009 e per il lavoro che garantiranno alla nostra linea “Casa”. Ma abbiamo firmato anche aerei privati, superyacht arredati “su misura”, una Lamborghini da 350mila euro in tiratura limitata».
E l´ipotesi di uno sbarco a Piazza Affari?
«Decidere spetta ai soci. Il mio obiettivo era avere nel 2008 un gruppo pronto per la quotazione o per aprire il capitale a nuovi investitori. Viaggiamo in anticipo sui tempi. Oggi Versace ha un bilancio e una struttura di controllo da società quotata. Se la famiglia deciderà di imbarcarsi nell´avventura della Borsa noi siamo pronti. I conti del gruppo sono già a posto».
Estratto da La Repubblica del 22/11/06 a cura di Pambianconews