Il mercato del lusso va, ma non sfonda. Almeno dal punto di vista finanziario. Una ricerca condotta da Pambianco Strategie di Impresa, realizzato analizzando scrupolosamente i bilanci di 36 aziende italiane e di otto imprese estere, mette in evidenza un chiaro miglioramento di tutti i parametri finanziari delle società che operano nel lusso. E ad andare meglio sono soprattutto i gruppi stranieri. «Il settore, spiega Carlo Pambianco, presidente dell'omonima società, sta andando abbastanza bene, confermando i segnali di miglioramento che si erano manifestati nel 2004». Un anno che ha dato una svolta al 2003, uno dei periodi peggiori per tutto il comparto.
Nel 2005, il fatturato aggregato di 34 società italiane mostra un valore superiore a 10,5 miliardi di euro, in crescita del 7,4% rispetto all'anno precedente, quando il giro d'affari si era fermato a 9,77 miliardi. Ma a migliorare sono anche i margini: l'ebitda ha fatto un netto passo in avanti dal 12,2% del 2004 all'attuale 14,4%. E sono positivi anche tutti gli indici di redditività, con il Ros in aumento al 9,4%, il Roi all'8,9% e il Roe all'8,7%. Risultati nettamente migliori rispetto a quelli del 2004, sentenzia la ricerca, essendo venuti meno gli effetti negativi derivanti dalle operazioni di ristrutturazioni di alcuni grandi gruppi come Versace, It Holding e Prada. «Ma proprio queste situazioni pregresse, aggiunge Pambianco, penalizzeranno i prossimi risultati, che sarebbero potuti essere decisamente migliori se non si fossero verificate alcune crisi aziendali».
Ma se i grandi marchi del lusso italiani vanno bene, dall'abbigliamento, all'occhialeria, alla pelletteria e gioielleria, le aziende estere riescono a fare ancora meglio. Numeri alla mano, nel 2005 le società straniere sono cresciute del 12,7% a livello di fatturato e (+7,4% il dato italiano), mentre a livello di utile netto il dato è pari al 14,3%, contro un 5,2% delle italiane. «Le aziende estere, prosegue Carlo Pambianco, mostrano una maggiore redditività per due differenti fattori. Da una parte, infatti, le società straniere sono molto più grandi di quelle italiane, il che comporta evidenti facilità di commercializzazione e soprattutto sinergie più marcate in tutti i settori a partire, per esempio dai costi pubblicitari. Dall'altra, inoltre, aziende come Hermés, Lvmh, Richemont, operano su una fascia di mercato molto alta, una sorta di «super-lusso» all'interno del lusso, con chiari benefici a livello di numeri». Per queste società le stime per il 2006 sono rosee: secondo la ricerca condotta da Pambianco, l'anno dovrebbe chiudersi con un fatturato in crescita di circa il 10% e utili netti sostanzialmente stabili intorno al 15%.
Estratto da Finanza & Mercati del 16/11/06 a cura di Pambianconews