Professione designer e imprenditore. «E' finito il tempo dei designer che pensano solo allo stile e ignorano la praticità e la commercialità del prodotto». Non ha dubbi Alberto Del Biondi, il creativo che oltre 20 anni fa ha creato a Padova una vera e propria industria del design, una realtà unica nel suo genere. Basta leggere qualche dato per capire le dimensioni del fenomeno: una sede da 6 mila metri quadrati, 1.200 progetti realizzati ogni anno, 91 dipendenti e un fatturato 2006 in crescita del 96% rispetto a quello del 2003. E il tutto in settori abbastanza eterogenei: dalle scarpe alle lampade passando per tavoli e barche da cinquanta metri. Il segreto sta in un'organizzazione tutta verticalizzata dove artigianalità e tecnologie avanzate permettono di passare dal disegno del progetto al prototipo da consegnare ai licenziatari che lo realizzeranno fedelmente su larga scala.
Il marchio di fabbrica dell'azienda però restano le scarpe: ogni anno nel mondo si vendono 40 milioni di paia di calzature progettate qui a Padova. Nascono così collezioni di calzature e accessori per quasi tutti i migliori brand sul mercato. Qualche nome (solo quelli non protetti da privacy): Pirelli, Lotto, Clarks, Stonefly e Guru. Insomma alcuni nascono con la camicia, Marco Del Biondi è nato con le scarpe. «E' vero, sorride Del Biondi, quello è stato il mio primo ambito creativo (anche perché arrivo da una famiglia che operava nel settore) ed è tutt'ora la nostra punta di diamante. Ma proprio le calzature mi hanno permesso di affinare la mia idea di business. Io non volevo essere solo un semplice studio di design al servizio di aziende terze. Ciò a cui ho sempre pensato è un'industria vera e propria, una struttura in grado di controllare tutta la filiera di un prodotto (dal prototipo alla distribuzione) per assicurarne l'alta qualità».
E dal punto di vista del mercato, è l'Asia a rappresentare il futuro? «Credo si tratti di cicli: 20 ani fa c'era la Spagna, poi è arrivata la Cina e presto ci sarà l'India. Ma per il nostro settore i mercati di riferimento restano America ed Europa dove sanno ancora apprezzare alta qualità e design made in Italy senza lasciarsi più di tanto annebbiare dalle mode passeggere di paesi del nuovo mondo».
Estratto da CorrierEconomia del 16/10/06 a cura di Pambianconews