Quest'anno il saldo commerciale del tessile-abbigliamento italiano potrebbe scendere sotto la soglia dei 10 miliardi, in attesa che la nostra industria completi il processo di riposizionamento sull'alto di gamma e penetri massicciamente nei Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina).
Nel primo semestre di quest'anno i ricavi delle principali società della moda quotate sono cresciuti a due cifre, ma nei primi sette mesi il saldo commerciale della bilancia del tessile-abbigliamento, pur rimanendo largamente positivo, si è ridotto, secondo i dati Istat, del 12,5% a 5,6 miliardi. L'export è migliorato del 2,4%, ma l'import è decollato del 13. Se il trend del saldo commerciale venisse confermato anche per i rimanenti cinque mesi dell'anno, il surplus risulterebbe positivo “soltanto” per 9,6 miliardi.
Un dato che confermerebbe l'Italia leader mondiale del settore, ma che porrebbe nuovi interrogativi sui tempi necessari per completare il processo di riconversione industriale verso la fascia medio-alta e alta del mercato, le uniche nelle quali il made in Italy può conservare la leadership e dribblare i prodotti di qualità bassa e medio-bassa dei Paesi in via di sviluppo, a iniziare da Cina, Turchia, India e Bangladesh.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 2/10/06 a cura di Pambianconews