«Stiamo perdendo terreno. E chi lo nega lo fa sapendo di mentire». Non usa giri di parole Carlo Bassi, amministratore delegato di ExpoCts, la società controllata da Fiera Milano che organizza fiere in diversi settori, alla vigilia di Milanovendemoda, il salone del prét-à-porter che si apre oggi.
Da cosa nasce il suo allarme?
Da noi il settore moda, nel suo complesso, è preso sempre meno in considerazione. È conclamato che tutte le nostre date non sono giuste. Perchè le fiere devono rispettare il mercato e il mercato chiede che si anticipino i tempi, di almeno un mese, e che venga accorpata tutta la filiera: uomo, donna, bambino e sport.
Milanovendemoda è già stata anticipata e quest'anno svolgerà in contemporanea con Micam (la fiera della calzatura) e Mipel (la fiera della pelletteria) che hanno aperto ieri. Domani iniziano le sfilate di Milano Moda Donna e il 28 partiranno White, neoZone e Claudine. Basterebbe poco per mettersi d'accordo su un calendario comune.
Non è certo Milanovendemoda che può dettare la tipologia delle date, non siamo abbastanza robusti. E' il sistema che lo deve fare. La concomitanza con Micam e Mipel è già un passo avanti, una risposta per chi deve fare business. Ma il punto è che ci vuole una regia collettiva, dobbiamo metterci tutti insieme e decidere. Purtroppo oggi diventa prioritario il ruolo di ciascuno rispetto all'utilità del sistema.
All'estero la situazione è diversa?
Sono stato alla fiera del prét-à-porter a Parigi: è la dimostrazione plateale del fallimento della moda a Milano. La fiera parigina è malmessa ma ricca di presenze clamorose, capace di essere veramente internazionale: trovi cinesi, norvegesi, ragazzi di tutto il mondo. La tendenza la fanno le persone, i prodotti che portano, e anche i visitatori. Parigi è il luogo in cui nascono le cose. A Parigi ci sono 9 o 10 saloni diversi in contemporanea. Se hai 1.300 aziende invece che 200 o 300 il richiamo è maggiore.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/09/06 a cura di Pambianconews