Un misto di paura e desiderio della Cina, tanta voglia di Russia e mercati esteri. È questa l'aria che tira, girando tra i padiglioni del Micam di Milano, la fiera delle calzature dove 1.132 aziende espongono le collezioni P/E 2007.
C'è chi, come Massimo Martinoli, 49 anni, ha un'azienda che genera meno dell'1% del fatturato in Italia. In compenso, la Cesare Martinoli (sede a Vigevano) spedisce oltre il 99% delle scarpe prodotte ai quattro angoli del mondo, dal 1950: Nord-Europa, Australia, Brasile e Giappone. Da almeno 20 anni, i canali distributivi e i clienti principali sono all'estero, le vendite negli Stati Uniti sono il 70% del totale e le scarpe Martinoli sono ai piedi delle star nella notte degli Oscar. Altri imprenditori, come Gimmi Baldinini, hanno trovato l'America in Russia: «Giorni fa, racconta, ero a Novosibirsk, in Siberia. C'è stata una cena con le autorità locali e fuochi d'artificio». Sul gelido cielo siberiano, campeggiava il marchio a caratteri cubitali della Baldinini. «La donna russa è ambiziosa, non mangia piuttosto che rinunciare alla scarpa di lusso». Oggi la Russia per Baldinini vale la metà dei 50 milioni di euro di fatturato.
Il calzaturificio marchigiano Manas di Cleto Sagripanti, nato nel 1956, oggi produce scarpe per molte catene di negozi nel mondo. L'azienda cresce del 25% l'anno. Il 75% del fatturato (70 milioni di euro) si fa in Germania, Benelux e Russia. Prossimo obiettivo la Cina.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 22/09/06 a cura di Pambianconews