Allegra Versace ha 20 anni. Ne aveva la metà quando suo zio, Gianni Versace, morì in modo tragico lasciandole la maggioranza del capitale di uno dei più grandi nomi della moda mondiale. Un'eredità difficile per una bambina. E per un'azienda. Ora la Versace è tornata a fare profitti, in anticipo sui programmi. E per Allegra è il momento di raccontarsi. Lasciata Milano due anni fa, vive a New York, dove frequenta una scuola universitaria simile al nostro Dams, scegliendo di specializzarsi in cinema e teatro.
Alla fine, cosa farà? Si occuperà della Versace?
Ho solo vent'anni, per ora penso a portare avanti bene i miei studi, non a un maggior coinvolgimento in azienda.
Quando ha capito che cosa voleva dire essere l'erede di Versace?
Quando sono diventata maggiorenne e ho dovuto assumermi la responsabilità di quel 50% delle azioni che mi aveva lasciato. Non è stato facile. Ma sono certa di aver fatto le scelte giuste.
Divenuta maggiorenne, anziché entrare nel cda dell'azienda, nominò un suo rappresentante e andò negli Usa. Perché?
Perché creatività e imprenditorialità non sono virtù che si tramandano. Ciò che si passa sono le azioni. Io ritengo di aver ereditato, insieme al 50% del capitale, anche il compito di sviluppare l'azienda con il ruolo che mi è più consono, di azionista. E ho voluto che fossero i manager a occuparsene, dandole la struttura di una società quotata. Penso che così la Versace possa avere il suo sviluppo migliore.
A che punto è il percorso di rinascita di Versace?
Abbiamo ottenuto un risultato importante, questo contribuisce a rafforzare ulteriormente il marchio a livello internazionale. E confermo il mio pieno sostegno al cda e al management. Per quanto riguarda una eventuale quotazione in Borsa non è esclusa. Ma non potremo iniziare a pensarci prima del 2008, cioè quando, consolidati i miglioramenti, avremo l'opportunità di fare un ulteriore passo avanti».
Estratto da CorrierEconomia del 18/09/06 a cura di Pambianconews