Ppr si libera degli asset che non ritiene più strategici e nel contempo cerca nuove prede. L'idea di far cassa per investire su marchi della moda è ormai un chiodo fisso del gruppo al quale fa capo Gucci: tempo fa erano stati smentiti rumor su un possibile concreto interesse di Pinault per i diamanti di Bulgari. Bulgari ha iniziato solo da maggio una lenta ripresa in Borsa, in controtendenza con gli altri titoli del lusso. Ripresa che, entro fine anno, potrebbe portare a una rivalutazione del titolo, oggi intorno ai 9,78 euro. E di motivi per vedere salire ancora Bulgari ce ne sono: l'amministratore delegato del gruppo, Francesco Trapani, che con i due zii Paolo e Nicola Bulgari detiene una quota del 52% della società, ha dichiarato recentemente che «l'acquisizione di Bulgari avrebbe senso per tutti i maggiori competitor del settore luxury goods», prospettando anche quello che sarebbe il valore della società, cioè 4 miliardi di euro. Come dire che, se il prezzo fosse quello giusto per la famiglia Bulgari, una vendita non sarebbe così impossibile. Tuttavia a luglio, mentre si intensificavano le voci su una possibile cessione, proprio Trapani ha corretto il tiro dicendo: «Bulgari non è in vendita». Fonti vicine a Ppr confermano però di guardare al gruppo italiano dei gioielli e un'offerta potrebbe arrivare anche prima della fine dell'anno.
Ma Ppr potrebbe non essere solo nella corsa a Bulgari. Altri pretendenti starebbero annusando la preda: Lvmh-Louis Vuitton Moet Hennessy, Richemont e Swatch. Secondo gli analisti «un acquisto potrebbe essere tentato in area 8,50-8,60 euro con stop sotto quota 8 euro e con un target sui 10,60-10,70 euro. Il profilo di rischio dell'operazione, spiega un operatore del mercato, sembra invitante: si rischiano 0,50 euro a fronte di un guadagno potenziale di 2 euro circa. Un piccolo investimento dunque si potrebbe tentare.
Secondo gli analisti nel secondo trimestre 2006 i ricavi di Bulgari dovrebbero salire dell'11%, a 233 milioni di euro contro i 210 milioni di un anno prima. La strategia del gruppo sul canale retail dovrebbe spingere le vendite e aumentare i margini nei prossimi anni», spiega Paola Pecciarini, analista di Kepler Teather&Greenwood Merrion a Milano. Un'altra operazione di Ppr che fa pensare alla volontà di Pinault di ridurre il debito e rastrellare risorse per fare acquisizioni nel breve periodo è l'emissione, a luglio, di un bond quinquennale convertibile da 1 miliardo. Axtemis, la holding controllata da François-Henri Pinault, che detiene il 42,9% di Ppr, ha iniziato il collocamento con un'offerta iniziale di 800 milioni di Euro: solo l'anno scorso Ppr ha ridotto l'indebitamento di 141 milioni.
Estratto da Finanza&Mercati del 2/09/06 a cura di Pambianconews