In America lo chiamano il guru dei jeans, lui si definisce «un imprenditore creativo». Una persona che alla moda è arrivato per caso, senza saperne nulla. Salvo poi diventare un caposcuola, l'antesignano del jeans di lusso. Nonché il fondatore di aziende come Diesel, Replay, Goldie. Tutte lasciate poi ad altri, in un'ansia continua di inseguire sempre nuove idee, nuovi progetti. Adriano Goldschmied, 62 anni, dal 1993 vive a Los Angeles, in California. Ma è nato a Trieste. I rapporti con l'Italia sono rimasti stretti: Adriano torna spesso nella sua casa di Asolo, in Italia ha ancora molti amici e lo scambio di idee è continuo.
La situazione dell'industria della moda lo preoccupa: «Sono un acerrimo nemico del made in Italy, una canzone, sostiene che può portare solo a perdere, all'estinzione, che non rafforza i marchi (che sono la cosa fondamentale) e che finisce per ridurre la qualità. La dislocazione geografica della produzione, spiega, è del tutto insignificante se il marchio ha la capacità di gestirne i processi. Quello che conta è la forza del brand, la capacità di fare, di inventare prodotti nuovi».
Da cosa nasce l'allarme di Goldschmied? «Non è un mistero che l'Italia sia un Paese caro, dice, e per essere competitivo sui prezzi spesso riduce la qualità. Il cliente lo capisce e non compra. L'Italia gioca sicuramente un ruolo importante nel mondo del lusso, ma mentre 20 anni fa vinceva per forza, oggi vince solo chi è bravo. Ora giocano tutti alla pari».
E intanto altri Paesi si affacciano all'orizzonte. «La Cina ha raggiunto un livello di servizio e di efficienza formidabili e sta diventando sempre più aggressiva sul mercato di qualità, sostiene Adriano. Se mando una e-mail in Cina, a qualsiasi ora del giorno e della notte, ho sempre una risposta nel giro di un quarto d'ora. In Italia ci vogliono in media 4 0 5 giorni, il che significa che non ci sono strutture di servizio all'altezza del mercato internazionale.». Poi si affaccia anche l'India, «che ha duemila vantaggi in più rispetto alla Cina, e in futuro potrebbe diventare uno dei principali fornitori dell'Europa».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 5/08/06 a cura di Pambianconews