Il testimone dell'abbigliamento maschile passa da Firenze a Milano, fa Pitti Immagine a Milano Moda Uomo, la kermesse di moda maschile più importante al mondo, fino a giovedì si terranno sfilate e presentazioni delle maggiori griffe del prét-à-porter, per un totale di 118 nuove collezioni della P/E 2007.
Il clima generale del settore è di cauto ottimismo, per Mario Boselli «il peggio è passato». Secondo il presidente della Camera nazionale della moda italiana le previsioni per il 2006 mostrano un «cambiamento di rotta nell'economia della moda». Stando ai dati elaborati dalla Camera, l'anno si chiuderà con una crescita del 3% del fatturato complessivo del settore, che supererà i 65 miliardi di euro. L'export (circa 41 miliardi) crescerà del 4% mentre rallenterà 1'import (23,4 miliardi) che aumenterà del 6% contro il +7,3% registrato nel 2005. «Già dalla fine dello scorso anno abbiamo recuperato, ha spiegato Boselli. Siamo fiduciosi nel futuro perché per la prima volta anche il tessile, risponde bene, grazie alla spinta dei mercati esteri, con Stati Uniti e Giappone in testa».
Il trend positivo era stato individuato anche da un'altra indagine, fatta da Pambianco Strategie di Impresa sui ricavi 2005 delle 20 più importanti aziende della moda presenti a Pitti Immagine per fatturato, dieci del settore abbigliamento formale uomo e dieci dello sportswear. Le prime hanno realizzato un fatturato di 1.388 milioni di euro con un incremento del 15,7% rispetto al 2004, le seconde di 1.303 milioni con un incremento dell'11,2 per cento. E alcuni grandi nomi dell'abbigliamento formale hanno avuto un vero e proprio boom: Paoloni è cresciuto del 32,2%, Kiton del 19,7% e Corneliani del 15,8%, con ricavi per, rispettivamente, 57, 54 e 116 milioni di euro.
Il numero uno resta Ermenegildo Zegna, con 713 milioni di fatturato 2005. Al convegno di Assindustria Firenze Zegna ha spiegato che «l'Egitto ha già un milione di potenziali clienti, più un milione di turisti arabi e altri potenziali consumatori, specie se ci sarà un miglioramento delle condizioni economiche».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 26/06/06 a cura di Pambianconews