Mobili e arredi, biancheria per la casa e automobili, alberghi e alcolici, yacht e gioielli: il futuro sarà sempre più griffato; la brand extension che oggi significa soprattutto profumi e occhiali e in seconda battuta orologi, investirà moltissimi segmenti di beni di consumo. è la previsione proposta da Carlo Pambianco, fondatore della società di consulenza Pambianco Strategia di Impresa, al convegno internazionale sulle prospettive della moda e dei beni di lusso che si è tenuto lo scorso weekend a Las Vegas.
Quella di Pambianco è una previsione concepita non come vaticinio ma come logica evoluzione di una tendenza, quella del licensing, che nel mondo della moda è iniziata con Pierre Cardin nel 1959 e ha conosciuto come ultimi sviluppi la partecipazione e la firma di maison come Versace e quindi Armani in operazioni alberghiere e il lancio di una linea di vini firmati Renzo Rosso.
Il licensing, in verità, ha ricostruito Pambianco nella sua analisi, è in un certo senso alla sua seconda giovinezza. Il vero avvio di quella tendenza di cui Pierre Cardin era stato precursore, cioè la concessione su licenza del brand ad aziende produttrici, si colloca fra la fine degli anni 70 (Armani e Valentino prodotti su licenza dal Gruppo finanziario tessile) e i primi 80.
Il completamento dell'analisi di Pambianco è che non ci sarà però spazio per tutti: vinceranno quei brand che sapranno incorporare uno stile di vita, valore di questi tempi di gran lunga più importante delle caratteristiche e della qualità del design e dei materiali.
Estratto da MFFashion del 9/06/06 a cura di Pambianconews