Quando, nel 2005, Mediobanca ha segnalato Bisazza come una delle aziende più dinamiche d'Italia, Piero Bisazza, il suo amministratore delegato, ha potuto finalmente cantare vittoria. Infatti, è dal 1956 che ad Alte, in provincia di Vicenza, la sua famiglia si dedica alla produzione di esclusivi mosaici in vetro come rivestimento e ornamento d'arredo. Ma è soltanto da poco che l'azienda, grazie all'intuizione di questo giovane manager, ha fatto il salto di qualità ed è diventata una delle punte di diamante dell'export italiano di lusso.
Se ora l'azienda fa decori per le più grandi moschee del mondo arabo e gli esigentissimi vip di Hollywood, il merito è di una visione lungimirante e coraggiosa. Tutto è cambiato dal 2000, quando Piero si è messo in testa di tirar fuori l'attività di famiglia dal circuito del medio prodotto e fare di Bisazza un'impresa a forte internazionalizzazione con materiali di lusso. «Ho cambiato tutto, dice il titolare, dalla pubblicità ai canali di distribuzione. La scelta di aprire all'estero era obbligata e devo dire che ci sono stati meno problemi fuori che in Italia. Qui avevamo dei rapporti di lavoro e dei dipendenti decennali. Far percepire il cambiamento all'interno è stato difficile».
L'azienda attualmente ha quattro unità produttive e dieci filiali commerciali in tutto il mondo. Il sapiente riposizionamento sul mercato la ha accreditata come una delle migliori del made in Italy che tanto tira all'estero, visto che i 100 milioni di euro del fatturato del 2005 sono per il 65% realizzati con l'export. «Non sono un sostenitore dello scudo dell'italianità sottolinea Bisazza, perché non basta dire che un prodotto è fatto in Italia per avere garanzia di qualità. Siamo orgogliosi delle nostre origini, ma produciamo con ottica internazionale e con attenzione a tutto quello che succede nel mondo».
Estratto da Finanza&Mercati del 6/06/06 a cura di Pambianconews