Se il 2003 è passato alla storia per essere stato l'anno della crisi e il 2004 quello della ripresa, il 2005 sarà ricordato come l'anno del boom del mercato orologiero, avendo fatto registrare una crescita complessiva del mercato del 12% (dati Federazione dell'industria orologiera svizzera). E il 2006 non sarà da meno, visto quel più 13% con cui è iniziato (rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente). Un incremento che si è concentrato soprattutto nell'alta gamma: nel 2005 è stato addirittura del 25% nel mondo e del 37% in Italia. L'Italia infatti risulta essere il quarto mercato mondiale dell'orologeria, dopo Stati Uniti, Hong Kong e Giappone.
«Il quadro generale vede un reddito mondiale in crescita», spiega Giacomo Bozzi, presidente di Cartier Italia, «e questo si traduce in una maggiore disponibilità economica, non però per i ceti intermedi, che, anzi si trovano con un potere di acquisto inferiore, spendendo meno anche negli orologi. Invece i ricchi diventano sempre più ricchi e quindi acquistano più oggetti e orologi di lusso. A questo va aggiunto che è cresciuta anche l'offerta qualitativa del mercato di lusso. I dati dell'Italia si spiegano con una cultura evoluta dell'orologio. Il cliente italiano è un appassionato di meccanica e allo stesso tempo è anche molto sensibile all'estetica. Il nostro è un mercato in cui le aziende sperimentano: se il prodotto funziona qui, funziona ovunque».
Questa situazione si riflette positivamente sulle aziende del lusso e anche il gruppo Richemont, di cui Cartier fa parte, è cresciuto nel business degli orologi del 22% nel 2005 e lo stesso Cartier ha fatto registrare incrementi di fatturato a due cifre nel comparto orologi. «Stiamo investendo molto nell'immagine, nel restyling delle boutique storiche e nell'apertura dei nuovi store», continua Bozzi, che è anche presidente di Richemont Italia.
L'Asia è il mercato che assorbe la quota maggiore delle esportazioni dell'orologeria elvetica (43%), seguita da Europa (34%), Usa e America centrale (21%), Africa e Oceania (1%). Le previsioni per il 2006 -2007 sono molto positive, con una crescita ancora superiore rispetto al 2005. «Il mercato in cui investire è sicuramente la Cina», conclude Bozzi. «Il mercatodell'orologeria in Cina ha tassi di crescita del 110% l'anno. In Cina l'orologio è la prova tangibile della performance economica e sociale, della ricchezza conquistata, quindi più è costoso meglio è».
Estratto da La Repubblica – Album del 25/05/06 a cura di Pambianconews