Se Luxottica continua a salire di quota dipende dal fatto che usa bene, tutti assieme, gli strumenti di volo. Con questa metafora il pilota Andrea Guerra visualizza le ragioni di un itinerario che solo all'apparenza è composto da una successione di exploit. Anche l'acquisizione di Shoppers Optical, una delle maggiori catene di ottica del Canada, rilevata la scorsa settimana, rientra in una strategia di lungo periodo. L'amministratore delegato Guerra annuncia dunque che, a parità di cambi, il gruppo “conferma i target di incremento del 20% quanto all'utile e del 10% riguardo al fatturato sul 2005”, ma si riserva “nel caso in cui i cambi non ci penalizzino, un'eventuale rivalutazione dopo giugno”. Il tutto alla luce “di un primo trimestre partito molto bene su tutti i fronti e che ci attendiamo di poter ribadire”. Nei primi tre mesi del 2006 i ricavi sono saliti del 14% e del 40% il risultato operativo. Il titolo viaggia fra 21 e 22 euro, un anno fa stava a 16 euro.
Il primo trimestre, psecondo quanto afferma Guerra, è partito molto bene perché “non è l'esito di exploit isolati, ma la somma di risultati positivi in tutte le componenti, sia di marchi, sia di aree geografiche sia di modello distributivo”. Gli “strumenti di volo”, ossia le leve competitive che Guerra manovra per governare Luxottica sono quattro: portafoglio marchi, strategia distributiva duale (retail e wholesale), crescita pianificata nei mercati emergenti, valorizzazione del management (“sono i veri talenti che spendiamo nel mondo, che sanno sempre sorprenderci”).
La Cina viene vista da Guerra come “il mercato di sviluppo per eccellenza, ma nel medio periodo”. Luxottica ha deciso lo scorso anno di entrare da solo nel sistema distributivo del continente Cina, senza partners o intermediari. Del Vecchio possiede 280 negozi fra Hong Kong, Pechino e la costa meridionale. “Stiamo sovrainvestendo, dice Guerra, ma dal 2007 cominceremo a crescere in modo importante. La Cina peserà a fine 2006 per l'1% dei nostri ricavi totali.
Guerra ha annunciato inoltre che, a fine anno, l'attuale network mondiale di negozi di proprietà del gruppo fondato da Leonardo Del Vecchio dovrebbe crescere “almeno di 400-500 unità”, superando la soglia di seimila punti vendita. “Solo in America investiremo quest'anno 120 milioni di euro nel rinnovamento e ampliamento della nostra organizzazione retail” dice l'AD.
Estratto da Affari&Finanza del 22/05/06 a cura di Pambianconews