Il lusso aggancia il treno della ripresa, a patto che rispetti le nuove regole del gioco. Meno griffe e più innovazione. Il consumatore che spende tanto vuole la qualità e capi esclusivi. Il logo non lo interessa più se a questo non corrispondono le aspettative di eccellenza su un prodotto. «Il consumatore è attento al cartellino, dicono in coro i proprietari delle boutique più belle in Italia. I prezzi fuori luogo ammazzano la moda e i marchi».
Per accontentare questo consumatore ben informato i negozianti del lusso vanno in giro per il mondo in pratica sette mesi su dodici, dal Brasile alla Russia, dal Giappone all'Australia e per individuare i nuovi talenti della moda in modo da assicurare ai loro clienti delle vere esclusive ad un prezzo più ragionevole.
Nelle ultime due o tre stagioni i negozianti e i distributori si lamentano meno dell'andamento delle vendite e ricominciano a vedere rosa. «La stagione è andata bene. Il bilancio è positivo. Con la conferma dei mercati emergenti e del Giapponese che ricominciano a tirare» dicono. L´unica cosa che ha penalizzato le vendite in tutto il mondo questa volta non è stata né la guerra né la crisi economica, ma il tempo atmosferico. «La stagione è stata buona, commenta la milanese Rosy Biffi, considerata una delle guru del dettaglio di lusso. Il lusso è più moderato e raffinato. Non ama il logo, gli eccessi e neanche i prezzi alle stelle. Gli stilisti e i produttori cominciano a tener conto di questa realtà».
Le fa eco un altro dei nomi più prestigiosi tra i negozi multimarca italiani, Giò Moretti in via della Spiga Milano guidato da Giovina Moretti: «La stagione sta andando bene. Non c'è crisi, ma tutti sono molto attenti nel fare acquisti. Siamo sul treno della ripresa, ma con molta cautela. Sono le scelte che fa il negoziante che premiano e noi investiamo molto nell'assortimento e nei nomi nuovi».
Estratto da Affari&Finanza del 22/05/06 a cura di Pambianconews