Non solo sanzioni penali e pene severe ma anche, e soprattutto, rigidi controlli. È l'appello di Cna Federmoda al commissario Ue alla giustizia Franco Frattini, titolare di una proposta di direttiva che inasprisce le pene contro i falsi e la lotta alla contraffazione. "Per l'artigianato è una buona notizia perché tutto il settore si batte ormai da tempo affinché a livello europeo vengano difese con più decisione le produzioni italiane", ha affermato il segretario generale Cna, Gian Carlo Sangalli. "Si spera in tempi brevi per il varo e soprattutto che misure di questo tipo possano essere davvero efficaci".
Il problema, del resto, è serio. Oggi, infatti, si scopre sempre più che gli invasori del Far East giocano spesso scorrettamente alterando il mercato. Un aspetto che investe prepotentemente anche la moda, tanto che a livello europeo il Tac, tessile abbigliamento calzature, continua a chiede la marchiatura obbligatoria dei prodotti extra Ue.
"Supportati anche da verifiche tecniche possiamo dire che oggi il 50% dei prodotti tessili importati da alcuni paesi del mondo contiene sostanze cancerogene proibite in Europa, come le ammine aromatiche usate nei processi di finitura", afferma Oreste Baioni, responsabile di Cna Federmoda. Ma non basta. "Le frodi non sono solo quelle legate ai marchi, come nel caso della Ferrari mostrata da Frattini, ma anche all'etichettatura scorretta: etichettare Made in Italy da parte di chi non ne ha diritto è una frode". Anche in questo campo, però, denuncia Cna Federmoda, le verifiche sono quasi nulle: "Chi usa il marchio Made in Italy modo scorretto fa concorrenza sleale, ecco perché questa proposta di direttiva ci piace solo se l'inasprimento delle pene viene esteso a tutte le etichette applicate in modo scorretto. Altrimenti è demagogia".
"I prossimi interventi delle istituzioni a livello Ue, ma anche a parte degli stati membri e delle singole regioni' dovrebbero prevedere azioni per il rilancio, per un nuovo sviluppo", ha sostenuto Antonio Franceschini, di Cna Federmoda. "Azioni tese a cogliere le nuove opportunità che si presentano sui mercati internazionali". Le chance di stare sul mercato globale, infatti, ci sono ancora. Secondo Cna Federmoda, il sistema del Tac, costituito in larga parte da pmi e microimprese ha, infatti, le capacità di competere sui mercati internazionali, come già ha dimostrato in Giappone e negli Usa, senza contare i segnali d'interesse provenienti dalla Russia e dalla stessa Cina.
Estratto da ItaliaOggi del 28/04/06 a cura di Pambianconews