“La scelta non è stata facile, anzi, forse la più difficile. Ma Extè è il marchio che sento più vicino a me. E poi è rivolto ai giovani, non ha uno stilista forte che ti costringe entro certi binari, quindi c'è più campo libero per agire”. Pamela Perna, 30 anni, è la maggiore dei quattro figli di Tonino Perna, presidente e azionista di controllo di It Holding, e quindi di Extè. Da pochi mesi è amministratore delegato di Extè, con l'obiettivo di rilanciare il marchio “di casa”, nato nel 1995 come esperimento per uscire dal guscio delle licenze, allora predominanti nell'attività di Ittierre (controllata di It Holding).
Extè è un brand che, con le licenze, genera un volume d'affari di 60 milioni circa, ma che ha bisogno di recuperare una sua identità. “Ho capito che il mondo della moda mi piace, ma non sono una creativa, quello che mi interessa è la gestione. Sono più una ragioniera”, confessa sorridendo Pamela Pema. E aggiunge: “Mi piace mettermi alla prova, assumere i meriti o le colpe dei risultati. Se mi faccio solo guidare dagli altri resto col dubbio se so fare o no le cose”.
Sul futuro di Extè ha le idee chiare: « Il punto di partenza, spiega, sarà il jeans, sofisticato, ricercato. Per la donna abbiamo usato un tessuto con fibre di platino, per l'uomo abbiamo fatto pantaloni senza cuciture, termosaldati. I miei modelli? Forse DSquared2, o John Richmond, o ancora Marité e François Girbaud, forse i più bravi nel jeans per la loro ricerca continua». E l'obiettivo finale? “Il nostro jeans deve diventare come una borsa di Louis Vuitton”.
Intanto, nel gruppo It Holding è tornato l'ottimismo. “Con questo bilancio pensiamo di aver chiuso il purgatorio”, dice Tonino Perna. È vero, i conti 2005 sono ancora in rosso per 18,7 milioni, ma da quest'anno si torna al nero. I marchi di punta, Ferrè e Malo, sono in vista del traguardo del break even: il primo ha già raddoppiato le vendite nei negozi, come prima linea, in questo, scorcio del 2006, il secondo ha portato il margine operativo lordo dal 4 al 7,8% dei ricavi e l'obiettivo è triplicare questo risultato entro il 2007.
I ricavi sono attesi a 705 milioni (contro i 676 del 2005), il margine operativo lordo dovrebbe salire da 110 a 118,7 milioni, cioè dal 16,3 al 17% circa, e l'utile pre tasse raggiungere 6 milioni. A questo si aggiunge un valore di free cash flow di 25 milioni circa, che consentirà una riduzione di pari importo del debito netto che a fine 2005 era di 307 milioni.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/04/06 a cura di Pambianconews