Secondo indiscrezioni un gruppo di sei imprenditori bergamaschi sta per creare una holding di partecipazioni industriali che investirà in aziende di piccole e medie dimensioni. Tra i nomi si vocifera di Nicola Radici a capo della Miro Radici Textile&Energy, subholding della casa madre Miro Radici Group che ha chiuso il 2005 con 1.089 milioni di euro di giro d'affari. La diversificazione è di casa per il Gruppo: la divisione Textile&Energy (70 milioni di fatturato nel 2005 con margini del 7,1% e pareggio operativo) già da tempo ha associato al core business dei tessuti e delle spugne l'acquisto di centrali idroelettriche e il trading immobiliare.
Quindi state esplorando altri business?
L'idea è di trasformare Textile&Energy in una società in grado di fare operazioni di breve termine con il trading immobiliare e di lungo periodo con l'acquisto di partecipazioni societarie di minoranza da rivendere dopo qualche anno.
Nel tessile, l'ultima operazione è in Egitto, dove avete investito 50 milioni.
Abbiamo stretto una joint venture con Oriental Weavers, primo gruppo tessile egiziano, il cui proprietario Mohamed Farid Khamis è molto vicino al presidente Mubarak e a tutto il gotha finanziario. Con Oriental Weavers abbiamo realizzato uno stabilimento dove da giugno entreranno in funzione 108 telai in grado di produrre 15 mila tonnellate di spugne e tessuti e di fatturare 40 milioni di euro entro il 2007. È stata anche l'occasione per entrare a far parte del Business council italo-egiziano di cui Giampiero Pesenti è presidente insieme con Naguib Sawiris.
Come vi siete divisi la proprietà?
Il 45% è del Gruppo Radici, mentre il 55% è di Oriental Weavers che a breve cederà il 10% a un fondo americano specializzato nel settore. Non è escluso, poi, che quoteremo la società in Egitto.
Si parlava anche di un prossimo sbarco del Gruppo a Piazza Affari.
A Milano non ci sono progetti, ma a breve quoteremo la divisione tedesca, Miro Radici Ag, a Francoforte.
Estratto da Economy del 13/04/06 a cura di Pambianconews