Si apre un altro biennio di investimenti per Bulgari. Le aree sono principalmente due: sul fronte dei negozi in Giappone e nel polo degli accessori. Francesco Trapani, amministratore delegato, alla guida del gruppo da oltre vent'anni ci crede fortemente. Si dice, invece, che i suoi zii, Paolo e Nicola, i maggior azionisti, siano un po' meno entusiasti del nipote. Sono dei puristi della gioielleria e non amano che il marchio si allarghi troppo in altri ambiti di prodotti che non siano quello dell'alta gioielleria.
Bulgari è sempre più brand del lusso in senso più ampio…
«E' vero che nasciamo come puristi del gioiello e stiamo diventando un marchio molto più diversificato. Resta il fatto che la gioielleria è la nostra ancora dal punto di vista storico, del business e dell'immagine e l'anno scorso ha sviluppato il 40% del nostro fatturato».
E la torre Bulgari di dieci piani che state costruendo a Ginza?
«Il mercato nipponico è così importante per noi che grandi problemi di ritorno sull'investimento su questo tipo di operazioni non ce ne sono. E' il nostro primo mercato. Rappresenta il 26% del nostro fatturato e abbiamo 34 negozi in proprietà. Stiamo facendo questi investimenti per migliorare la nostra posizione competitiva. A Ginza vogliamo avere una posizione di assoluto dominio e quindi abbiamo deciso di fare questo grande palazzo che sarà la sede centrale di Bulgari, avrà un megastore, un ristorante, un bar e un club privato».
Adesso Bulgari fattura 918 milioni di euro. Qual è il potenziale della marca?
«Facciamo gioielli, orologi accessori in pelle, in seta, profumi… si tratta di un mercato enorme e noi abbiamo, come i nostri competitor, quote di mercato molto contenute».
Come va il mercato della gioielleria? E voi in particolare?
«E' difficile delimitare il mercato della gioielleria. Sappiamo che vale all'incirca 70 miliardi di euro a valore di vendita, e che ci sono migliaia di operatori, quasi tutti sconosciuti e molti in nero. Al momento non sappiamo se sta crescendo. Per quanto ci riguarda abbiamo costantemente incrementato negli anni il fatturato in gioielleria che l'anno scoro è cresciuta del 75%».
Dell'orologeria non si può dire lo stesso…
«Il discorso è più complesso. Dopo l'11 settembre tutti i produttori di orologeria hanno sofferto. Bulgari ha deciso di fare pulizia sul mercato e tagliare consegne ad una serie di distributori che si comportavano male e alimentavano il mercato parallelo. Questo ha colpito la performance dei nostri orologi. Il lavoro è sostanzialmente terminato e abbiamo lanciato nuovi prodotti che sono stati bene recepiti. Infatti nell'ultimo trimestre gli orologi sono cresciuti più del 16%».
Estratto da Affari&Finanza del 10/04/06 a cura di Pambianconews