“Il segno meno è sempre un dato negativo, ma se guardiamo come si sta muovendo il nostro mondo anche all'estero, dico che abbiamo tenuto bene”. Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo, fa il punto sull'industria del mobile made in ltaly senza nascondere un certo ottimismo. Perché è vero che i dati preconsuntivi 2005 raccolti dal Centro studi Cosmit/Federlegno-Arredo indicano a livello di sistema un fatturato in calo del 2,9% a 36,9 miliardi di euro. Ed è vero che la concorrenza dei produttori stranieri «sta erodendo in modo preoccupante le nostre quote di mercato negli Stati Uniti e in Germania». Ma è altrettanto vero che le difficoltà hanno cause ben precise: “Il rapporto di cambio euro-dollaro, che ha penalizzato le nostre esportazioni, e la concorrenza dei produttori cinesi nei mobili di fascia bassa”.
Al di là di queste circostanze il sistema italiano resta forte e competitivo, come afferma Snaidero: “A livello di design non abbiamo certo perduto la capacità di presentare i nostri prodotti, e molte imprese hanno avuto la lungimiranza di puntare su nuovi mercati, andando a scoprire ad esempio un Paese come la Russia, dove il prodotto italiano è il numero uno”.
I dati preconsuntivi 2005 confermano queste sensazioni. In Russia le esportazioni del sistema legno-arredamento italiano sono aumentate del 13,8% a 556 milioni di euro, mentre in Spagna sono cresciute del 9,5% a 621 milioni. Di contro le imprese italiane hanno faticato a vendere i propri prodotti sui mercati tradizionali. La Francia ha visto nel 2005 una sostanziale tenuta del made in Italy (-0,1% a 1,4 miliardi), ma sono calate bruscamente le esportazioni in Germania (-6,6% a 1,3 miliardi), Regno Unito (-12,1% a 1,2 miliardi) e Stati Uniti (-16,9% a 954 milioni).
L'altra faccia della medaglia, rispetto al calo delle vendite all'estero, è l'aumento delle importazioni. Nel 2005 sono aumentate le importazioni dall'Austria (+2,3% a 1,1 miliardi) e dalla Germania (+1,3% a 676 milioni), ma anche l'import dai Paesi dell'Est Europa è cresciuto: +18,6% la Slovenia, +14,1 % la Polonia, +24,4% la -Slovacchia, +16,7% la Repubblica Ceca, +13,8% la Bulgaria.
Nel caso dei Paesi emergenti, un problema rilevante è la concorrenza sleale, sotto forma di dumping (la vendita a prezzi inferiori di quelli praticati nei mercati d'origine) o imitazione sistematica dei nuovi modelli. «Insieme ai produttori di Francia, Germania e Spagna abbiamo preso un'iniziativa in sede europea, spiega il presidente di Federlegno-Arredo perché alcuni nostri competitor stanno giocando tutte le loro carte in modo non corretto. Vorremmo che fosse introdotta una tassa sul modello di quella applicata all'import di calzature, ma più consistente, e vorremmo che fosse applicata un'etichetta che permetta ai consumatori di sapere davvero cosa stanno acquistando».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 4/04/06 a cura di Pambianconews