L'hotellerie a cinque stelle rimane uno dei pochi settori che non conosce crisi. Stando a una ricerca di Leading Hotels in the World, una delle più prestigiose catene alberghiere al mondo, fatta su un campione di 80 mila viaggiatori di lusso, oltre il 41% prevede di fare nel 2006 dai quattro ai sei viaggi e il 44% dichiara di avere più voglia di viaggiare ora rispetto agli anni passati. I dati degli operatori confermano: il fatturato 2005 ha registrato una crescita che in qualche caso è stata anche a doppia cifra. Nell'ultimo anno il giro d'affari complessivo del sistema ricettivo nazionale ha segnato un sostanziale pareggio rispetto al 2004, con 29 miliardi di euro.
Sono 5 i principali gruppi alberghieri made in Italy: Boscolo, Turin Hotels International, Baglioni Hotels, Royal Demeure e Acqua Marcia. «Il nostro gruppo è come un asparago» spiega Angelo Boscolo, 52 anni, presidente dell'omonimo gruppo alberghiero-turistico italiano. E precisa: «Cresce lentamente, nascosto sotto una montagnola di terra, senza che nessuno se ne accorga, fino a quando spunta fuori, bello e prezioso». Oggi Boscolo Group è una tra le più importanti realtà italiane, con un giro d'affari complessivo di 215 milioni di euro.
Amato Ramondetti, di Turin Hotels International, ha cominciato con un albergo di famiglia, il Turin Palace di Torino. Oggi gestisce dieci strutture, di cui sei a 5 stelle (compresa l'isola resort di San Clemente, a Venezia). «L'idea vincente è stata capire, sin dagli anni 80, che nell'hotellerie di lusso c'era un buon margine di manovra» dice l'imprenditore, che ha realizzato un fatturato 2005 di 85 milioni e si aspetta di chiudere l'anno a quota 100 milioni.
La catena Baglioni Hotels, fondata e guidata da Roberto Polito, ha chiuso il 2005 con un giro d'affari di 65 milioni e prevede un'ulteriore crescita per l'anno in corso. Gli hotel del gruppo sono veri e propri alberghi-boutique di lusso, perlopiù in palazzi d'epoca nei centri storici delle città: 100-150 camere al massimo, e un arredamento ricercato con tanto di pezzi unici che Lisa Magni, moglie di Polito, è solita acquistare ai mercatini o dagli antiquari di Londra, Parigi e Cannes. «La standardizzazione non fa per noi» interviene Luca Magni, figlio di Lisa e oggi vicepresidente del gruppo. «La clientela mostra di apprezzare sempre di più sedi confortevoli e accoglienti dove, più che in albergo, ci si possa sentire a casa».
Luigi De Simone Niquesa, 44 anni, romano, presidente di Royal Demeure, a cui fanno capo quattro strutture a 5 stelle a Roma, Firenze e Siena, ricorda come il primo hotel rilevato fu l'Hotel d'Inghilterra di Roma. «Lo rilevò mio padre, più per un piacere personale che per farne una nuova area di business» dice De Simone. «Non sapevo niente di turismo, alberghi, clienti» afferma. «Iniziai da dietro il bancone, come addetto all'accoglienza». Ma gli bastò poco per rendersi conto che il business poteva funzionare. Così, dopo aver acquisito altri tre alberghi, decise di lanciare anche un circuito esclusivo: The Charming Life (Tcl). «Oggi è il primo network alberghiero made in Italy, con ben 150 strutture affiliate sia in Italia che all'estero» racconta l'imprenditore. «Con gli anni, abbiamo allargato il raggio d'azione accogliendo nel club anche ristoranti, negozi, golf e yacht club. Ovviamente di primaria qualità» precisa De Simone. E conclude: «Il vantaggio per gli affiliati? Far parte di un circuito internazionale senza rinunciare alla propria indipendenza».
Tutto iniziò nel 1998 quando con un vestimento di 110 miliardi di vecchie lire, Acqua Marcia acquisì dal Banco di Sicilia cinque tra i più prestigiosi alberghi dell'isola. Con l'obiettivo di «Compensare i cicli fisiologici del mercato immobiliare scommettendo su un segmento promettente: l'hotellerie di lusso» spiega Francesco Bellavista Caltagirone, 67 anni, presidente del gruppo già attivo nei mercati immobiliare, aeroportuale e portuale, che oggi controlla sette alberghi, di cui cinque a 5 stelle, e ha un giro d'affari complessivo di 130 milioni di euro. Dallo scorso febbraio Acqua Marcia ha siglato un accordo di franchising con l'Hilton per cui d'ora in poi i tre hotel palermitani già gestiti da Caltagirone & Co. recheranno l'insegna del colosso angloamericano. «La partnership, di durata quinquennale, ma rinnovabile, ci permetterà di inserire le nostre strutture in un circuito di stampo internazionale» dice l'imprenditore.
Estratto da Economy del 24/03/06 a cura di Pambianconews