Domani apre i battenti la manifestazione Japan Fashion Week (Jfw) durante la quale saranno presentate le nuove collezioni A/I di oltre 50 designer. «Contiamo di fare in modo che per gli stilisti giapponesi non sia più obbligatorio andare all'estero per farsi conoscere. E certo vorremmo il rilancio di un'industria domestica che ha sofferto molto con la crescita dell'import fino al 90% dell'intero mercato», spiega Alita Matsumoto, presidente della Jfw.
Secondo Matsumoto i grandi designer giapponesi snobbano ancora la Jfw, che ha un budget di 500 milioni di yen per metà coperto da denaro pubblico. «Dalla prossima edizione dice Shigeki Okada, presidente del Council of Fashion Designer, inviteremo direttamente i buyer internazionali. Inoltre organizzeremo l'evento ai primi di settembre, prima delle sfilate nelle altri capitali della moda, per poter attirare la maggiore attenzione possibile».
«Molti stilisti», dice Hokuto Katsui della Mintdesigns, una delle firme più promettenti, «vengono qui da tutto il mondo per trarre ispirazione dalle strade di Tokyo. Per noi sono una seconda pelle». La sua partner nel business, Nao Yagi, aggiunge: «A noi piace lavorare con gli artigiani giapponesi: alcune tecniche si realizzano solo qui. Il made in Japan può affermarsi anche all'estero, magari iniziando dai buyer asiatici e capitalizzando sul concetto di Cool Japan, l'attrattiva diffusa di certi aspetti della nostra cultura».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 16/03/06 a cura di Pambianconews