Se c'è un ambito in cui il successo appare davvero come una componente effimera manovrata dal destino, è proprio quello dei marchi sportswear. Che così come nascono a decine, e balzano rapidi alla ribalta, altrettanto rapidamente finiscono nel (quasi) dimenticatoio. Ciò non toglie che nel pantarei dello sportswear italiano ci siano anche dei punti fissi. Tanto fissi da costituire una sorta di benchmark per l'intero comparto. Lo dice Pambianco Strategia di Impresa, secondo cui i leader del settore restano «intoccabili». Nel 2005, a guidare la classifica delle dimensioni, ci hanno pensato i soliti Diesel, Sixty e Replay. Marchi che sono già oltre soglie importanti di fatturato (Diesel ha passato abbondantemente il miliardo di euro) e non hanno perso la voglia di crescere.
Al gruppo di Renzo Rosso il 2005 ha regalato un altro 10% di incremento. Addirittura, per Replay lo scorso esercizio si è tradotto rispettivamente in un più 42 per cento. Segno che dietro ai brand ci sono ormai industrie con spalle larghe, capaci di declinare il marchio nelle diverse accezioni, dall'abbigliamento agli accessori fino alle calzature. Dietro queste ci sono aziende che ancora devono consolidare il cambio di passo, che devono diventare adulte. E che, di conseguenza, devono digerire un leggero rallentamento: marchi ancor giovani sebbene molto amati come Meltin' Pot o Gas che, nel 2005, sono rimasti appena sotto la soglia di ricavi dell'anno precedente.
Il settore, comunque, continua a macinare risultati sorprendenti. In un'epoca di segni meno per quasi tutti i comparti, secondo Pambianco, nel 2004 il fatturato complessivo è cresciuto del 9,8% con un sensibile miglioramento dei margini: l'utile netto complessivo è passato dal 3,7 al 5,2% del giro d'affari. Per il comparto, Pambianco «prevede un ulteriore incremento di fatturato del 6-7% nei consuntivi 2005».
Insomma, ne ha fatta di strada questo stile che viene dai ghetti neri americani, dove si sono inventati lo street-wear. Dalle magliette di James Dean al casual indossato in ufficio nelle aziende new economy (il venerdì, preferibilmente), lo sportswear si è via via declinato anche per ambiti più chic come l'abbigliamento da golf, country o da barca. E così anche l'ultima grande ventata di novità arrivata da questa parte dell'Oceano è stata fatta propria da alcuni marchi del made in Italy. Che, fiutato l'affare, da tradizionalisti della grisaglia sono diventati grandi proprio a forza di fare sport.
Estratto da Finanza&Mercati del 12/03/06 a cura di Pambianconews