I gruppi della moda tornano a correre. E i big italiani più dei loro competitor stranieri. Per battere tutti bisogna indossare scarpe Geox, occhiali Luxottica e, a sorpresa, infilarsi un paio di jeans Replay. Medaglia d'oro della crescita è la Replay di Asolo (Treviso). Con un'espansione dei ricavi del 40,8%, l'azienda del jeans fashion vince la partita con la rivale Diesel (+9,5%) ma anche con la conterranea Geox (+32,3%), medaglia di bronzo. Luxottica, il colosso mondiale dell'occhialeria di Leonardo Del Vecchio, si assicura invece quella d'argento (+34,3 %) grazie anche al consolidamento dell'acquisizione di Cole national negli Usa. Forti di questi numeri, nella classifica della crescita elaborata per il Mondo da Pambianco Strategie di Impresa, la società di consulenza del settore fondata da Carlo Pambianco, i tre gruppi veneti si lasciano alle spalle tutti i big della moda grazie a tassi di crescita superiori al 30%.
Complessivamente, i primi 25 leader italiani valgono un fatturato di 25 miliardi, una ricchezza che è aumentata del 12,4% rispetto al 2004 confermando così i primi segnali di ripresa delle vendite registrati a fine 2004. «E per quest'anno si stima un ulteriore passo in avanti tra il 10% e il 12%», aggiunge Pambianco.
La veneta Fashion box, proprietaria del marchio Replay e campione della classifica, prevede di continuare la corsa anche nel 2006. «Verranno a frutto gli accordi con i distributori giapponesi ltochu e Ipg e il progetto di sbarco in forze negli Usa con l'apertura di sei negozi diretti», spiega il presidente Attilio Biancardi che stima un aumento del 20% dei ricavi a quota 380 milioni.
Secondo l'analisi di Pambianco, l'anno scorso il valore dei titoli del lusso è aumentato in media del 37,9% sulle piazze europee. Ma i balzi maggiori sono stati fatti proprio dai gruppi nazionali, con un +45% per Luxottica, +64,6% per Tod's e 68,9% per Mariella Burani fashion group. Si piazza invece al quarto posto la veronese Calzedonia con il marchio di biancheria Intimissimi e 1.500 negozi nel mondo.
E le altre grandi griffe del lusso? «Sono tornate a crescere, anche se lentamente, dopo almeno un paio di anni di fatturati fermi», spiega Pambianco. È il caso di Prada, Zegna e, primo fra tutti, Giorgio Armani che arriva a ricavi di 1,4 miliardi con un utile operativo di circa 180 milioni, vicino al livello record 190 del 2000. Le vendite hanno trainato anche i conti di Ferragamo, grazie agli Usa, dove il giro d'affari è cresciuto del 18% contro il +11% dell'Italia. Dolce & Gabbana ha invece consolidato la crescita che tornerà forte tra il 2006 e il 2007 quando gli stilisti riporteranno in azienda la licenza per il marchio D&G ora realizzato da It holding. Anche sui conti Versace (-6% i ricavi 2005 ma con debiti ripianati) pesano gli effetti della ristrutturazione. Tra i gruppi cresciuti meno, Miroglio, Stefanel e Benetton.
Estratto da Il Mondo del 17/02/06 a cura di Pambianco
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