L' azienda Sclock dei fratelli Giorgio e Roberto Emili, che hanno iniziato per passione nel '97 l'avventura nell'orologeria, a distanza di 9 anni, si trovano a fare i conti con un risultato superiore alle attese: il fatturato '97 era di 3,5 milioni e i dipendenti due; ora gli addetti sono 34 e i ricavi 2005 si assestano sui 10 milioni. Per il 2006 le previsioni ne indicano 12.
La storia è tipicamente è frutto di un'intuizione. Nel '97 i fratelli Emili sono distributori dei marchi Breil, Sector e Swatch. Nello stesso anno, però, capiscono che il futuro della vendita degli orologi è nella grande distribuzione e diventano esclusivisti per quelle stesse griffe nelle catene Carrefour, Leclerc, Euromercato, Coop, Finiper e Mediaworld di tutta Italia. In pochi anni i punti vendita interni agli ipermercati sono diventati 150 con grandi prospettive di sviluppo nel Sud.
«Ma la nuova scommessa spiega ancora Giorgio, è nei punti oro che le grandi catene stanno sviluppando all'interno dei propri spazi». Questo zoccolo duro nella Gdo permette alla Sclock di contare su circa 1,8 milioni di fatturato all'anno e utili nell'ordine del 20%, che vengono reinvestiti totalmente. Nel 2000 i fratelli Emili sono entrati direttamente nel mercato dell'orologeria con un proprio marchio: “Officina del tempo”. Sei collezioni in pochi a selezionati negozi d'Italia. Il test andò benissimo e la Sclock decise di investire nel marchio, seguendone ogni fase della progettazione e della produzione. Oggi sono circa 400 le gioiellerie che vendono i prodotti ma è soprattutto all'estero che si sviluppa la rete: dall'Europa all'America passando per il Giappone.
Per i prossimi anni si prevede una ulteriore crescita. «Nel 2007 inaugureremo il nuovo stabilimento, spiega Giorgio, che è solo l'ulteriore tappa di un lungo processo di investimenti, pari a 1,5 milioni di euro dal '97. Senza contare macchinari all'avanguardia, laboratori di ricerca, design e pubblicità in Italia e all'estero».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 14/02/06 a cura di Pambianconews