Estro e creatività dopo oltre 20 anni restano al primo posto. Ma dietro l'avventura e il successo del marchio Diesel e del suo eclettico deus ex machina (Renzo Rosso) non c'è solo questo. Forte managerialità in ogni area, investimenti consistenti in marketing, in ricerca di prodotto e stile. Il tutto per essere anticipatori in gusti e trend di mercato, senza trascurare le individualità.
Questa è la ricetta che ha portato a risultati eccellenti: il fatturato 2005 ha raggiunto 1,1 miliardi di euro con un utile in aumento rispetto ai 112,2 milioni del 2004, registrando un ulteriore miglioramento in termini di posizione finanziaria e patrimonio netto. E in prospettiva continuerà a farlo: «Per il 2006 ci aspettiamo, spiega Rosso, ancora una crescita a due cifre. Siamo un brand globale perché siamo presenti in 80 Paesi al mondo ma la nostra è un'Azienda fresca e che vuole essere leale con il suo pubblico, spiega Rosso, nel senso che vuole incontrare i gusti di chi vive a Beirut come di chi vive a Londra o a Milano senza omologarli e per questo investiamo continuamente in ricerca e spendiamo di più rispetto e che presenta ovunque lo stesso prodotto» .
E se attualmente il 90% del fatturato arriva dall'abbigliamento e il 10% dagli accessori, l'obiettivo per il futuro è arrivare al 70% dei ricavi dall'abbigliamento premium e per il 20% dagli accessori. Quindi, il core business continuerà a essere Diesel che crescerà attraverso l'espansione nei mercati internazionali e lo sviluppo di borse e scarpe. «Sono i prodotti che performano meglio, hanno meno costi di gestione e alzano la redditività al mq dei punti vendita. Abbiamo già creato un'azienda per seguire questo business (Diesel props) e la stiamo organizzando».
Ed è proprio in questo ambito che Rosso potrebbe fare delle acquisizioni: non un marchio ma un laboratorio di stile e prodotto. «Alcuni li stiamo guardando più da vicino, conclude Rosso, e non è detto che presto uno di questi non possa entrare nella nostra famiglia». Ma la vera scommessa di Rosso nel segmento lusso passa da Martin Margiela, il brand del pret-a-porter, acquisito tramite la Neuf nel 2002. Anche se l'acquisizione non è ancora a break even, il fatturato dai circa 18 milioni è passato nel 2005 a 32 milioni. «Il nostro obiettivo è arrivare tra 5 anni a 100 milioni con lo sviluppo di tutte le linee (dall'abbigliamento agli accessori): abbiamo già pronta la piattaforma produttiva e distributiva con un proprio know how». A break even è invece l'acquisizione di Staff avvenuta nel 2000 licenziataria del marchio Dsquared che oggi ha un fatturato di 60 milioni (era a 25 all'acquisizione). Ultima ma non meno importante fonte di ricavi (è del 10% la percentuale media sul marchio dato in licenza) è quella che arriva dalle royalties: dagli occhiali con Safilo agli omlogi e i gioielli con Fossil e ai profumi (a partire dal 2007) con l'Oreal.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 6/02/06 a cura di Pambianconews