Due anni di corsa contro il tempo per non far fuggire Ikea oltre confine. C'è l'improbabile scadenza del 2008 al centro della querelle politico-burocratica sulla grande distribuzione che in Friuli Venezia Giulia vede in campo tre soggetti. Da una parte il promotore del parco commerciale di Villesse (Gorizia) destinato a ospitare il colosso svedese dell'arredo-casa, Riccardo Di Tommaso, proprietario della catena di abbigliamento Bernardi, che accusa la Regione d'inerzia. Dall'altra la Regione, che conferma l'impegno pro-Ikea e rovescia sullo stesso promotore le critiche per i ritardi. E in mezzo proprio il gruppo svedese, interessato al Friuli ma tentato dalla «concorrenza» della vicina Slovenia, che stende i tappeti rossi per un insediamento a Postumia, a 30 chilometri dall'Italia.
«Noi stiamo alla disponibilità manifestata dalla Regione per il 2008, sottolinea Valerio Di Bussolo, responsabile delle relazioni esterne di Ikea Italia. Villesse c'interessa: è baricentrica non solo rispetto al Friuli, ma anche a Slovenia, Croazia e Austria. Se tuttavia l'apertura dovesse slittare di due anni, come si sente dire, l'investimento diventerebbe problematico. E la probabilità che Ikea scelga la Slovenia anziché il Friuli sarebbe, diciamo così, “altina”». L'interesse è anche logistico: già oggi Ikea acquista in Friuli il 26% dei propri prodotti italiani, realizzati da Calligaris, Snaidero e altre aziende locali.
Ma farcela per il 2008 è difficile, e persino il 2010 non è dato per scontato. Il nodo è la viabilità: per insediare un colosso del genere è necessario un nuovo raccordo autostradale che potenzi l'attuale Villesse-Gorizia, e il progetto va per le lunghe. Il gruppo Bernardi, interessato anche alla costruzione del parco commerciale (in cui Ikea occuperebbe 30 mila dei 57 mila metri quadri previsti), è disponibile a finanziare il raccordo fino a otto milioni, ma fra timbri e carte bollate neppure i più ottimisti confidano di rispettare la scadenza. Di qui l'ipotesi alternativa al vaglio: una viabilità temporanea che attraverserebbe terreni della stessa Bernardi, e a sue spese. «Io sono pronto a firmare anche domattina, dice Di Tommaso. Ma mi pare manchi la volontà politica: non ci invitano alle riunioni, non ci sono le carte». Carte che, ha ribattuto l'assessore regionale diessino Lodovico Sonego, competono proprio al promotore: si deve partire dalle intese tra Bernardi e il Comune.
Estratto da CorrieEconomia del 23/01/06 a cura di Pambianconews