La Ford si prepara ad annunciare un pesante piano di ristrutturazione, con 25 mila posti di lavoro tagliati e una decina di fabbriche chiuse, ma ha appena rifiutato l'offerta della Renault di comprare la Jaguar e medita il colpo a sensazione per riconquistare il titolo di azienda più innovativa del settore: mettere sul mercato un'auto riciclata e riusabile per divenire l'idolo degli ambientalisti.
Nei primi nove mesi del 2005 l'unità nordamericana della Ford ha perso 1,4 miliardi di dollari. Per il 2006 gli analisti del settore si attendono un altro buco da 2,9 miliardi. Negli ultimi dieci anni la fetta di mercato americano dell'azienda che inventò la rivoluzionaria Model T si è ristretta dal 26,4% al 17,4%, Goldman Sachs prevede che perderà un altro 4,7% nel 2006. I problems economici, come succede anche alla General Motors, sono legati soprattutto alle spese: in termini di benefici sanitari per i dipendenti, ogni auto prodotta costa alla Gm 930 dollari, alla Ford 560, alla Toyota 110.
Bill Ford, erede del fondatore Henry che da due anni guida l'azienda di famiglia, per dare un primo segnale ha rifiutato l'offerta della Renault di acquistare la Jaguar. Poi, parlando col settimanale Time che gli ha dedicato la copertina del prossimo numero, ha annunciato di voler rivoluzionare l'azienda perchè «così non si va avanti: cambiare è rischioso, restare fermi lo è ancor di più».
Estratto da La Stampa del 23/01/06 a cura di Pambianconews