Corre l'export italiano. E ancora una volta è il Sud del paese a mostrare la dinamica più brillante, ma, spiegano i tecnici, il successo delle isole è dovuto essenzialmente ai costi altissimi del greggio che gonfiano gli affari delle raffinerie sarde e siciliane. Nei primi nove mesi di quest'anno, secondo l'Istat, le esportazioni sono cresciute del 3,5% rispetto allo stesso periodo del 2004. Un buon risultato che arriva grazie a tutte le ripartizioni geografiche, escluso il Centro, e in particolare alla brillante performance di Sardegna e Sicilia, che insieme migliorano del 26,9%. Nel dettaglio, il Mezzogiorno ha messo a segno un incremento del 10,1%, seguito a distanza dal Nordovest, con +5,1%, e dal Nordest, con +2,5%. In calo dell'1,9% invece le vendite all'estero del Centro Italia.
Il made in Italy sta dunque recuperando terreno e non solo per il costo alto del petrolio, vanno infatti bene anche la meccanica di precisione, i prodotti chimici, i metalli e i prodotti agricoli. Mentre stentano ancora la moda, il legno compresi i mobili, i prodotti vari e i minerali non metalliferi. Comunque nel complesso il valore delle vendite dei nostri prodotti all'estero tra gennaio e settembre, prosegue l'Istat, è stato pari a 216,8 miliardi di euro contro i 209,6 miliardi dello stesso periodo del 2004. Oltre il 40% (40,8% per la precisione) di questo valore è prodotto nell'area nordoccidentale, in pratica 88,5 miliardi di euro, ben distribuiti sia verso l'Unione europea sia verso i paesi non comunitari. Liguria (+15,6%) e Lombardia (+6,1%) sono le regioni che hanno registrato il più alto incremento delle esportazioni. Per la prima, il successo si deve soprattutto ai prodotti petroliferi raffinati e a quelli metalmeccanici, mentre l'export della Lombardia è stato spinto in particolare dal settore metalmeccanico e da quello chimico.
Estratto da ItaliaOggi del 16/12/05 a cura di Pambianconews