Una strategia completa, dalla produzione fino alla vendita nei negozi. Luxottica è cresciuta così, per linee interne e per acquisizioni: di catene specializzate nell'occhialeria, come LensCrafters negli Stati Uniti e Opsm in Asia, o di riti concorrente industriale, come nel '95 con la divisione occhiali di Bausch&Lomb, trainata da RayBan. Una strategia da sempre vicina alle griffe, con le licenze. Da Chanel alle due più recenti: la prima firmata l'anno scorso con Dolce & Gabbana, l'altra appena conclusa con Burberry.
I 3,2 miliardi fatturati l'anno scorso dal gruppo quotato a New York e Milano valgono il quattordicesimo posto tra i big della moda, il primo tra italiani. La cifra è già stata raggiunta nei primi nove mesi 2005, con i ricavi in crescita del 41%, sui quali incide anche il consolidamento del retailer americano Cole National.
Il presidente Leonardo Del Vecchio, che fondò l'azienda nel 1961, vuole crescere ancora: «L'obiettivo è avere la percentuale dei consumi più alta possibile in ogni Paese nel quale siamo presenti, sia con la distribuzione diretta che con quella indiretta. Per questo abbiamo la massima attenzione a raggiungere il giusto bilanciamento nel nostro portafoglio tra i marchi di proprietà e in licenza, in modo da massimizzare la penetrazione in ciascun mercato». Le ultime due operazioni sono state in Cina, con l'acquisizione di due catene Xueliang e Ming Long. «Puntiamo molto su alcuni nuovi mercati, come Cina e l'Europa dell'Est, Russia compresa. Rimane comunque ampio margine di crescita organica in mercati dove siamo presenti da tempo, a partire dagli Stati Uniti».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 15/12/05 a cura di Pambianconews