Luciano Benetton è reduce da un tour in cinque metropoli indiane dove ha incontrato commercianti, consumatori, giornalisti.
Chi vincerà la sfida, India o Cina?
«Finirà in pareggio. È vero che adesso l'industria italiana è più concentrata sulla Cina, ma è una semplice questione di moda. Prima o poi toccherà all'India. Penso che abbiano le stesse potenzialità».
Occorre andare dove i mercati crescono, e cioè India e Cina.
«Si va dove non si è mai stati. L'India vale due volte il mercato europeo. C'è bisogno di tutto. Un nostro cliente, che è concessionario di Toyota a Chennai, mi ha detto che vende 300 auto di lusso al mese e che intende raddoppiare il fatturato il prossimo anno. Siamo in presenza di Paesi che devono produrre di più, ma hanno bisogno del nostro aiuto e consulenza. Per questo è molto importante radicarsi e comportarsi come interlocutori di medio lungo periodo se si vogliono conquistare questi mercati. Noi siamo presenti in 120 Paesi e siamo arrivati in Cina e in India 15 anni fa».
I vostri progetti in India?
«Raddoppiare i punti vendita nei prossimi tre anni portandoli a 100 e introdurre il marchio Sisley entro il 2007». «Noi produciamo per ora solo per il mercato indiano e da poco abbiamo iniziato a fare delle prove per esportare nei vicini Paesi asiatici. Quando il sistema industriale sarà efficiente e i volumi importanti vorremmo fare dell'India un polo per rifornire i mercati del Sudest asiatico e Paesi nuovi come l'Australia. Credo alla delocalizzazione, ma nel caso della moda è meglio rimanere vicini ai mercati. La moda viaggia a una velocità superiore, ha bisogno di riferimenti tempestivi. Per esempio, noi abbiamo prodotto in Italia, in Spagna, in Portogallo e adesso nell'est Europa, ma non possiamo spostare la nostra produzione in un altro continente».
Estratto da Il Giornale del 10/11/05 a cura di Pambianconews