Forse due trimestri di ritorno alla crescita dell'export sono pochi per parlare di fine del tunnel. È però significativo che alcuni fattori strutturali siano cambiati nel sistema moda italiano. Questa è la tesi di fondo dell'analisi presentata ieri da Gregorio de Felice, responsabile studi e ricerche di Banca Intesa, nel corso del convegno Pambianco a Palazzo Mezzanotte.
«Dopo dieci anni di produzione in picchiata,ha spiegato l'economista, di calo dell'export e di continua perdita di quote di mercato, ci sono segnali positivi». I consumi di beni non durevoli in Italia hanno ripreso a salire, e nel 2006 «dovrebbe proseguire sugli stessi ritmi di quest'anno (intorno all'1,4%)».
Ma i segnali sono soprattutto strutturali. In particolare, «la moda nel suo complesso si sta rafforzando con realtà più strutturate. Le società di capitali, ha sottolineato De Felice, sono cresciute del 6% dal 2000». Questo, a fronte di un calo in doppia cifra delle società di persone. Ciò conferma che la crisi degli scorsi anni ha picchiato più o meno duro a seconda delle dimensioni e delle strategie. Col risultato di ampliare le differenze di risultati nello stesso settore, dove «le medie aritmetiche non hanno più senso».
Estratto da Finanza&Mercati del 9/11/05 a cura di Pambianconews