Il futuro del distretto marchigiano delle scarpe sembra determinato dalle scelte di qualità più che dai processi di delocalizzazione. I dati sulle esportazioni nel 2004 (-4,3% rispetto all'anno precedente, dovuto più al calo dei consumi in alcuni Paesi occidentali che al peso delle calzature di Pechino e Shanghai) confermano la solidità di fondo dell'area di Fermo-Ascoli Piceno, 2.706 aziende che danno lavoro a 24 mila persone e producono calzature per un valore complessivo che si aggira sul miliardo.
Significativo il fatto che chi ha puntato da sempre su qualità e rigore nel made in Italy come la Tod's di Diego Della Valle abbia registrato una crescita del 21,8% nel primo semestre 2005 e si stia espandendo proprio sul mercato cinese con quattro negozi.
Una grande realtà da 600 mila calzature di lusso all'anno, la Sergio Rossi, conferma con le parole del suo ad Isabelle Guichot che "il gigante cinese rappresenta indiscutibilmente una grossa minaccia per le aziende italiane del settore. Credo tuttavia che non si debba sottovalutare la forza del made in Italy e di tutto quello che esso rappresenta: artigianalità, qualità, professionalità, cura dei
particolari. Per un'azienda operante nel settore del lusso come la nostra credo che la qualità venga al primo posto, e in questo l'Italia è molto forte, e un Paese vasto come la Cina rappresenta, infatti, per noi italiani una grossa opportunità di mercato».
Estratto da Il Mondo del 28/10/05 a cura di Pambianconews