Ha individuato nel Lusso accessibile l'arma per la conquista dei mercati internazionali. È Furla, la casa bolognese specializzata in accessori di moda che, fondata nel 1927 da Aldo Furlanetto, è presente oggi in 64 Paesi con 10 filiali e 184 negozi monomarca, perlopiù in franchising. Con una particolarità: i suoi prodotti, anche se nella fascia medio-alta del mercato, hanno prezzi alla portata di molte tasche. Le borse si aggirano sui 160-180 euro, i portafogli sugli 80-90 e le scarpe oscillano tra i 140 e i 180 euro.
«Stiamo facendo il possibile per restare in Italia» afferma Giovanna Furlanetto, presidente e ad del gruppo, cui fanno capo 680 dipendenti in tutto il mondo, di cui 180 concentrati nel quartier generale di Bologna. «La delocalizzazione ha i suoi lati negativi. A cominciare dai tempi di consegna, dilatati anche sui 90 giorni: è troppo» dice Furlanetto, che nel 2002 ha aperto le porte dell'azienda a un direttore generale esterno: Sara Ferrero, ex McKinsey, affiancata oggi da una squadra di sei manager esterni
L'altro fronte strategico è rappresentato dalla distribuzione: «I nostri negozi sono posizionati in edifici di primo livello» precisa Furlanetto, che ha affidato al figlio Giuseppe Costato lo sviluppo dei negozi nel mondo; in azienda, poi, lavorano anche i nipoti Michele, Filippo e Marco Furlanetto. «Hanno un concept essenziale, che mette in risalto il prodotto: unico e indiscusso protagonista». Nel futuro prossimo di Furla, infine, ci sono i mercati emergenti: la Russia, innanzitutto. Qui, nel solo 2005, sono già stati inaugurati tre negozi monomarca: due a Mosca e uno a San Pietroburgo.
Estratto da Economy del 28/10/05 a cura di Pambianconews