Ieri la società di private equity ha annunciato il collocamento della quota in Sword, gruppo dei servizi informatici e della consulenza quotata all'Euronext di Parigi. Un'operazione da 40 milioni di plusvalenza (Sword ha visto tra le altre cose decuplicare il proprio giro d'affari da 10 a 100 milioni negli ultimi cinque anni) definita dal presidente di 21 Investimenti «un esempio tangibile di come un fondo d'investimento possa accompagnare e far crescere un'impresa nel mondo».
Il primo passo è stato fatto nel maggio scorso quando è arrivata la nomina a vicepresidente di Benetton Group con delega allo sviluppo delle attività in Cina e India, un'area sulla quale l'azienda punta da tempo e sulla quale sono in corso gli investimenti. Il secondo passo potrebbe essere quello di un graduale distacco dalla sua creatura, la ricca 21 Investimenti nella quale, in dodici anni di lavoro, Alessandro Benetton ha saputo tessere, tra l'altro, una rete di relazioni di alto livello.
«Sarà mio figlio Alessandro a rappresentare la famiglia in Benetton dopo di me» aveva annunciato Luciano Benetton nell'aprile scorso. Poche settimane dopo Alessandro, l'unico della seconda generazione Benetton a sedere nel consiglio del gruppo dell'abbigliamento, aveva spiegato: il mio contributo a Benetton Group sarà «spot», intanto continuerò a occuparmi di 21 Investimenti. Se questo impegno dovesse diventare qualcosa di più gravoso, aveva osservato, in 21 Investimenti c'è una squadra che sa fare bene da sola. E come per tempo ha annunciato il padre Lucian, anche per l'erede designato l'obiettivo resta quello di dimostrare che «la famiglia crede nell'azienda e nel suo management».
Estratto da Corriere della Sera del 21/10/05 a cura di Pambianconews