Lusso per pochi, ma quei pochi cinesi sono abbastanza da generare acquisti che in breve supereranno quelli degli americani. La Cina è già il terzo paese al mondo per consumi di beni di lusso, oltre 2 miliardi di dollari all'anno, e le aspettative sono di una crescita vertiginosa, del 20% fino al 2008 e del 10% fino al 2015. Ciò significa che entro quell'anno il paese asiatico supererà la spesa americana per i prodotti di target alto, 11,5 miliardi di dollari, e si aggiudicherà una fetta del 29% di tutto il lusso mondiale.
Ernst & Young ha realizzato di recente un report proprio su questo argomento da cui risulta che attualmente sono dai 10 ai 13 milioni i consumatori effettivi del luxury, ma la stima è che siano 175 milioni quelli potenziali, il 13,5% della popolazione. Da una parte ci sono quelli che hanno un elevato livello sociale ´imprenditori o top manager', dice Davide Salvatore, director di Ernst & Young transaction advisory services, ´quasi tutti soggetti che hanno a che fare con aziende estere, perché avere una persona di fiducia in Cina conta molto e quindi la si paga molto', dall'altra ci sono i colletti bianchi, disposti anche a spendere l'intero stipendio mensile in un singolo acquisto. Entrambi cercano comunque gli ´oggetti' di lusso, che sono veri status symbol.
´Una caratteristica che ci differenzia molto dalla Cina', continua Salvatore, ´è che qui da noi questi beni sono venduti anche nei supermercati, penso al caviale o al salmone pregiato. I posti che vendono lusso sono in centro città, nei quartieri ricchi. Sono centri commerciali, ma vendono solo beni di lusso. Il fatto è che per i cinesi il posto fa la qualità dei beni venduti e il passaggio da un centro all'altro è sinonimo di cambiamento di qualità'. Tutto ciò significa che una delle difficoltà per l'azienda che arriva dall'estero è trovare il luogo adatto per la vendita dei propri prodotti, posti che, per i beni del lusso, sono pochi e molto costosi. Arrivare per primi può essere un bel vantaggio.
Salvatore sottolinea che uno dei metodi per andare sul sicuro è arrivare in Cina attraverso un partner locale: ´è ancora il metodo più efficace, anche se è comunque necessario uno studio approfondito per trovare il partner giusto, perché è molto difficile avere dall'esterno informazioni sull'affidabilità o altro. Lo stesso rapporto con il Governo cinese non è facile, occorre una miriade di autorizzazioni, poi c'è la difficile situazione del retail e della distribuzione, dove ancora tutto è da costruire'.
Estratto da ItaliaOggi del 14/10/05 a cura di Pambianconews