Risultati in chiaroscuro per Levi Strauss. Nel terzo trimestre 2005, concluso al 28 agosto, il produttore di jeans ha visto crescere il fatturato del 2,4% a 1,02 miliardi di dollari dai 995 milioni di un anno fa. Ma al modesto incremento del giro d'affari non ha fatto seguito un aumento dei profitti che, anzi, sono scesi a 38,2 milioni di dollari, dai 46,6 milioni dello stesso periodo del 2004. La flessione è dovuta alle agevolazioni fiscali godute lo scorso anno. Ma la società si è mostrata ugualmente soddisfatta.
«Abbiamo avuto un altro buon trimestre, in linea con gli obiettivi, ha commentato l'amministratore delegato Phil Marineau. I ricavi sono cresciuti in Asia e negli Stati Uniti, mentre l'Europa è stata più debole delle attese. Sul bilancio annuale nel Vecchio Continente, e anche in America, restiamo cauti a causa del pesante rincaro della bolletta energetica e del calo generale dei consumi».
I ricavi di Levi Strauss Europe sono scesi da 238 a 215 milioni di dollari, accusando una perdita dell'8 per cento. Una diminuzione a cui hanno contribuito tutti e tre i brand del gruppo in misura diversa: le vendite di Levi's sono scese dell'8,3%, quelle di Levi Strauss Signature del 10,1% mentre più pesante è stato il calo di Dockers (meno 18,9%). Dockers è l'unico marchio ad avere perso terreno anche negli States.
Estratto da Finanza&Mercati del 13/10/05 a cura di Pambianconews