Dopo molte indiscrezioni, la conferma. «Safilo torna in Borsa» dice Roberto Vedovotto, 39 anni, amministratore delegato della società, 939,8 milioni di euro di ricavi nel 2004, secondo gruppo mondiale di occhiali, specializzato nel segmento lusso (tra i marchi, Gucci, Armani, Dior, Polo Ralph Lauren, Valentino, Burberry) e di proprietà della famiglia di Vittorio Tabacchi. Credit Suisse First Boston sarà l'advisor della famiglia, Ubm, San Paolo-Imi, Merrill Lynch le banche che accompagneranno il ritorno a Piazza Affari dell'azienda, tolta dal listino quattro anni fa al termine di una lunga contesa familiare che si era conclusa con la «conquista» da parte di Vittorio Tabacchi, costata un totale di 1,2 miliardi di euro.
Vedovotto continua, però, a essere prudente sulle date: «Tra la fine di quest'anno e il primo trimestre del 2006, dice. Se avremo le autorizzazioni necessarie, se il mercato sarà in buone condizioni e se gli investitori dimostreranno l'interesse che ci attendiamo potremmo farlo per la fine di quest'anno». Diversi segnali indicano, però, che i tempi potranno anche essere più vicini. Primo: la girandola di incontri, appuntamenti, riunioni che l'amministratore delegato di Sàfilo sta avendo da qualche settimana in qua. Secondo: le più importanti licenze sono state allungate. Dunque, non solo Dior, di cui già si sapeva. Ma anche, come anticipa, Armani e Gucci.
Tornata in Borsa, quale sarà la strategia di Sàfilo?
«Abbiamo due driver di crescita. Il primo è esterno a Sàfilo, e dipende dalle variabili macroeconomiche. Per i prodotti di lusso, segmento di cui facciamo parte, è prevista una crescita del 7% l'anno, e Sàfilo finora ha fatto meglio del mercato. Il secondo, riguarda la capacità di Sàfilo di offrire sempre più prodotti a un numero sempre maggiore di consumatori. Lanciamo 2.500 prodotti nuovi all'anno, quattro collezioni, con un tasso di rinnovo medio annuo del 50%. Cresciamo sui mercati emergenti – in Asia per esempio abbiamo avuto un tasso di crescita che sfiora il 20% – e anche su quelli maturi».
Estratto da CorrierEconomia del 3/10/05 a cura di Pamnianconews