Canova Partecipazioni è pronta a salire dal 20 al 30% di Marzotto e di Valentino Fashion Group. Lo ha spiegato Dario Segre, amministratore delegato di Canova Finanziaria che controlla il 49,8% della società veicolo (la Partecipazioni) assieme ad Antonio Favrin (al 39,79%) e lo stesso Segre (con il 10,41%). In questo modo «si ricompatterà in forma societaria la quota di capitale (il 29%) del precedente patto di sindacato, un nocciolo duro di soci che può garantire il controllo». La forma societaria «offre più garanzie di un patto e la possibilità di allargare a nuovi investitori».
Un'operazione già decisa, su cui Zignago (in quanto socio al 7,5% di Canova), ha alzato la voce con l'accusa che sottrae alla Finanziaria il controllo sulle quote di Valdagno. «Ma a parlare non è stato il socio Zignago», ha commentato Segre. Bensì «quegli azionisti di Valdagno che vivono la presenza di Partecipazioni non come un'opportunità, ma come un rischio». Insomma, le contestazioni sarebbero «un pretesto» da parte dei nuovi proprietari di Zignago, i cosiddetti Marzottini, per tentare di impedire la nascita di un socio troppo forte nelle due società di Valdagno.
Insomma, è scontro aperto tra i diversi rami familiari che affilano le armi per l'assemblea di Valentino del 5 dicembre, che dovrà nominare i nuovi vertici della società («E Canova proporrà una propria lista di alto profilo», precisa Segre). Dato che tutti sono azionisti di tutto, gli equilibri sono in discussione sull'intera filiera di famiglia. A partire da Linificio, divisa a metà come lo era Berlino, tra Zignago (con il 34%) e la Marzotto di Favrin e Segre (con il 33%). Tuttavia, mentre per vincere a Portogruaro i Marzottini hanno avuto l'appoggio dello zio Pietro, in Marzotto e Valentino il Conte si era fatto liquidare nel giugno 2004. E così, gli stessi cugini che ora hanno oltre 95% di Zignago, si fermano congiuntamente a un 15-18% nelle due società di Valdagno. Perciò cercano di fermare l'ascesa di Canova, agendo dall'interno anche attraverso Zignago. E se gli equilibri tra i Marzottini e gli altri capostipiti (Paolo, Umberto e Andrea Donà dalle Rose) non si saranno ricomposti, il 5 dicembre potrebbe tramutare in faida una riunione di famiglia.
Estratto da Finanza&Mercati del 29/09/05 a cura di Pambianconews