Le vendite nei grandi magazzini giapponesi sono aumentate, in luglio, dell'1,1% su base annua. Incremento lieve, ma significativo. Era dal 2000, infatti, che non veniva regisirata una crescita per due mesi consecutivi. Per l'anno fiscale 2004 i primi quattro big del settore (Takashimaya, Mitsukoshi, Daimaru, Isetan) hanno annunciato un miglioramento degli utili, accompagnato tuttavia da perduranti cali di fatturato.
Qual è il male oscuro che affligge gli yakkaten, i grandi magazzini, e che ha messo in ginocchio un colosso con quattrocento anni di storia alle spalle come Seibu, costretto a integrare le operazioni con Sogo, in bancarotta, per non uscire dal mercato? Certamente l'immagine un pò attempata che rende i department stores, per decenni perno del sistema distributivo al consumo in Giappone, meno attraenti rispetto alle catene di negozi specializzati e ai nuovi chiassosi centri commerciali.
Da dieci anni il nemico da battere è la deflazione, che favorisce i consumatori, ma erode gli utili di produttori e intermediari. È per questo che negli ultimi tempi è stata avviata la ristrutturazione dei canali distributivi tradizionali, per mantenere stabili i prezzi al dettaglio e recuperare i margini di profitto.
In questo panorama spiccano i convenience stores, i combini, minisupermercati aperti tutto l'anno 24 ore al giorno, presenti ovunque con 59mila punti vendita. Dove si trova di tutto.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 27/09/05 a cura di Pambianconews