Il primo test dello stato dei rapporti tra i diversi rami della dinastia Marzotto sarà mercoledì 21. Quando l'assemblea degli azionisti di Zignago nominerà il consiglio di amministrazione, espressione della cordata che si riconosce nella società Zifi, autrice dell'Opa sul titolo che si è chiusa lunedì scorso. E cioè i fratelli Gaetano, Stefano, Luca e Nicolò Marzotto, con il cugino Marco Donà Dalle Rose, che oggi controllano il 96,85% del capitale.
Il nuovo consiglio sarà, però, nominato solo dopo aver revocato il precedente, espressione dell'altro gruppo che si è costituito all'interno della grande famiglia originaria di Valdagno e rappresentato da Umberto Marzotto, da tre dei quattro fratelli Donà Dalle Rose e dal management attraverso l'alleanza tra il presidente Antonio Favrin e Finanziaria Canova (promotore della prima Opa su Zignago, mai concretizzata).
E' la revoca, o le mancate dimissioni, a seconda del punto da cui si guarda, ad aver agitato nuovamente gli animi, e questo certo non renderà più semplice la definizione degli equilibri nella più importante delle società che fanno capo alla dinastia, e cioè Valentino, attesa a sua volta, il 5 dicembre, al rinnovo del consiglio.
«Siamo molto dispiaciuti del fatto che non ci siano state dimissioni spontanee, speriamo che si cambi idea prima dell'assemblea, noi siamo più che disponibili», dice Gaetano Marzotto. «Si revocano gli amministratori che hanno fatto danni alle società, sottolinea, invece, Andrea Donà Dalle Rose. Ma, per stessa ammissione dei nuovi azionisti di maggioranza, Zignago è una società che è stata gestita benissimo. La revoca, conclude, è un atto che non può essere inteso che come una volontà di rottura».
Estratto da CorrierEconomia del 19/09/05 a cura di Pambianconews