C'è il calendario dello scandalo. In un clima, per ora, di apparente calma piatta, il consiglio direttivo di Camera nazionale della moda italiana (Cnmi) ha approvato ieri in extremis l'elenco degli appuntamenti della prossima settimana della Moda femminile a Milano.
Lo stato maggiore di Cnmi ha dovuto confermare un calendario suicida («per la totale mancanza di flessibilità di alcune case»), concentrando i big nelle giornate centrali della manifestazione, dove le sfilate sono state programmate con l'incredibile intervallo di mezz'ora (contro l'usuale e comunque spesso insufficiente intermezzo di un'ora). Una situazione condizionata dallo strapotere dei gruppi editoriali americani che, attraverso i guru di Vogue (le direttrici Anna Wintour e Franca Sozzani), si sono apertamente espressi alcuni mesi fa contro la logistica e la durata dell'evento milanese.
Risultato: tutti accentrati in 3-4 giorni di manifestazione. In un clima di polemiche già incandescenti prima dell'estate, la Cnmi e il presidente Mario Boselli hanno cercato di far quadrare i conti. Niente da fare, nonostante gli sforzi della Camera, oggi forse il principale punto di riferimento nelle alleanze e nell'attività di lobbying nazionale ed europea. Ieri, Boselli ha ripetuto il j'accuse: «Le scelte, si legge nel comunicato, non sono dovute alla volontà della Camera».
«È il momento, interviente Giovanni Bozzetti, assessore alla moda del comune di Milano, di chiamare a raccolta i diversi protagonisti che giocano con spirito individualista, in un momento in cui ci sono mercati e città che stanno minacciando Milano e il sistema moda italiano».
Estratto da Finanza&Mercati del 16/09/05 a cura di Pambianconews