Trascorsi alcuni anni dominati dal bianco assoluto del diamante, le pietre di colore confermano negli ultimi tempi sempre più il loro ritorno in auge. Rubini, zaffiri, smeraldi, perle e tutto il ventaglio infinito delle gemme semi-preziose, ma anche diamanti in ogni sfumatura cromatica, sono più che mai oggetto di attrattiva per chi acquista gioielli e di conseguenza per i nostri produttori, in larga parte concentrati nell'area di Valenza Po. Lo attestano gli analisti del settore e gli stessi operatori italiani, ma lo comprovano anche le notizie provenienti dalle massime sedi fieristiche mondiali.
«Il fenomeno, spiega Sonia Sbolzani di Federpietre, la federazione nazionale dei commercianti di pietre preziose, verte sulla produzione ed immissione sul mercato di pietre comunque naturali (si tratta di corindoni il cui colore viene ottenuto artificialmente), che non hanno nulla a che vedere con gli zaffiri e che circolano a prezzi ovviamente contenuti e concorrenziali. Per cui molti commercianti, in relativa difficoltà nel riconoscere il trattamento in questione e spiazzati dall´utilizzo di una terminologia spesso ambigua, si trovano perplessi sull´atteggiamento da assumere e, quindi, necessitano di chiari lumi».
Il cambiamento dei gusti in merito alle pietre preziose, segnalato dai trader, viene confermato anche dai produttori di gioielli. «Fino a qualche tempo fa andava soprattutto il diamante – spiega Germano Buzzi, direttore dell´Associazione orafa di Valenza Po, accoppiato all´oro bianco. Ora c´è più spazio anche per un ritorno dell´oro giallo. Il diamante resta sempre, statisticamente, la pietra più richiesta. Anche perché sul diamante ci sono precise catalogazioni in base a peso, chiarezza, grandezza e taglio. E anche perché i produttori sono pochissimi, fra cui De Beers è il principale, e questi stessi soggetti svolgono un´intensa attività promozionale».
Estratto da La Repubblica del 5/09/05 a cura di Pambianconews