Il colosso dell'arredamento a basso prezzo, oggi presente in circa 31 Stati, con circa 75mila dipendenti e un fatturato annuo di circa 12 miliardi di dollari, sta già affilando le armi per affrontare la nuova stagione 2005-06.
Per togliere il velo sulla politica dei prezzi di Ikea nel nostro Paese si dovrà aspettare però il 14 settembre, quando la divisione italiana comunicherà i dati di bilancio dell'esercizio appena chiuso assieme alle novità di catalogo e di marketing.
Nei magazzini Ikea d'Oltralpe, intanto, i prezzi saranno abbassati in media del 5% rispetto al catalogo dell'anno scorso. «Si tratta di un investimento da 80 milioni di euro, il più imponente mai realizzato nella nostra storia», ha sottolineato il direttore generale di Ikea Francia, Jean-Louis Baillot. Un impegno oneroso, che rispetto alla campagna 2004-05 duplica gli sforzi (l'anno scorso le riduzioni si erano aggirate attorno al 2,4%).
Segnale di benessere o di difficoltà? A sentire loro gli affari vanno a gonfie vele (come risulta del resto dalle cifre messe a disposizione dei media, anche se un po' scarne visto che Ikea non è una società quotata e preferisce mantenere una certa riservatezza). É proprio nei prezzi il segreto del successo del pret-à-meubler scandinavo, uno dei tre pilastri su cui Kamprad ha fondato la filosofia Ikea: negozi essenziali come magazzini, dove vige la regola del self-service; centralità del catalogo, perché il cliente sia informato e pronto a scegliere autonomamente; prezzi stracciati.
Quel che conta è che Ikea continua a far crescere i ricavi (nel 2004 in Italia il fatturato è stato di 714 milioni di euro, più 16,8% sul 2003), e solo quest'anno sono stati aperti tre nuovi negozi a Brescia, Padova e Roma.
Estratto da Finanza&Mercati del 1/09/05 a cura di Pambianconews