Entro la settimana il commissario Ue al Commercio Peter Mandelson intende sottoporre ai 25 Governi europei, e poi al Governo cinese, una bozza di soluzione, per alleviare i disagi provocati a importatori, distributori e dettaglianti dal blocco di circa 80 milioni di capi in arrivo dalla Cina, fermi nei containers alle dogane europee. Obiettivo: sbloccare la situazione entro la metà di settembre.
Mandelson, apparendo ieri di fronte ai giornalisti, non ha voluto sbilanciarsi sulla via d'uscita in corso di elaborazione. «Non posso accettare che i distributori europei siano penalizzati», ha precisato il commissario, specificando però che resta «l'obiettivo prioritario di preservare l'accordo generale sottoscritto a Shangai il 10 giugno tra la Commissione e il Governo cinese».
Pechino preferisce restare alla finestra. E, dopo aver accettato meno di tre mesi fa di autolimitare l'export, fissando un tetto tra 1'8 e il 12% sulla crescita di nove categorie tessili, non ne vuole sapere ora di attingere a parte delle proprie quote spettanti nel 2006, per alleviare i disagi già emersi nel 2005.
Grande ora l'attesa dei produttori tessili comunitari. «Ogni proposta che contemplasse costi aggiuntivi per l'industria tessile europea, dovrà anche prevedere un modo per compensarli», specifica Francesco Marchi, direttore degli affari economici di Euratex, l'associazione europea di settore. «Quanto esposto da Mandelson, ha commentato il viceministro alle Attività produttive, Adolfo Urso, rispecchia le richieste e le aspettative del governo italiano sul pieno mantenimento dell'accordo che tutela la produzione europea dalla concorrenza sleale».
ENRICO BRIVIO
Estratto da Il Sole 24 Ore del 30/08/05 a cura di Pambianconews