Gli analisti scommettevano sul fatto che lo spin off di Valentino dello scorso luglio avrebbe pesato sui corsi azionari di Marzotto, separando nettamente anche nei risultati di borsa il tessile del gruppo dal settore della moda. Hanno avuto torto, ma non per errori nella valutazione dei fondamentali, quanto per l'imprevedibilità delle saghe familiari. Un cambio generazionale che per la famiglia Marzotto ha significato uno scontro di Opa per Zignago. Terminata quella partita con la vittoria della cordata che comprendeva tra gli altri Gaetano Marzotto a scapito di quella di Antonio Favrin, i riflettori si sono spostati sul titolo Marzotto, che da gennaio ha guadagnato oltre il 160 per cento.
Da inizio giugno partono i rialzi del titolo con volumi comunque contenuti e quotazioni nei range indicati dagli analisti, sotto i 2,3 euro. Ma è dal 15 luglio che iniziano gli acquisti su Marzotto, con volumi di scambi sorprendenti e quotazioni che raggiungono livelli definiti dagli analisti «assolutamente ingiustificati dai fondamentali». A quel punto il mercato scommette sui rastrellamenti da parte delle due fazioni delle famiglie Marzotto e Donà dalle Rose per guadagnare il controllo della società. In un mese passa di mano oltre il 110% del capitale ordinario della società con un rialzo del 52 per cento.
C'è chi tenta di giustificare la corsa delle azioni con la riscoperta dei valori patrimoniali intrinseci. Marzotto detiene una quota dello 0,43% in Mediobanca a un valore di carico, nel bilancio 2004, pari a 18 milioni. Il valore attuale è invece di 53,5 milioni circa per una plusvalenza di 35,5 milioni. Il gruppo di Valdagno ha poi una partecipazione del 21,5% in Zucchi, che rispetto ai valori di carico di 11 milioni vale a ieri 18,5 milioni. Infine, fra le partecipazioni rilevanti. c'è la società immobiliare costituita nel 2003 con Pirelli Re e Telecom Italia, Aree Urbane, in cui Marzotto ha il 32,5%.
Estratto da Il Sole 24 Ore del 18/08/05 a cura di Pambianconews