Il New York Times l'ha definito «il filosofo della moda». E Massimo Piombo accetta di buon grado: «Svolgo il mio lavoro con passione, questo è innegabile. E per me la moda va intesa come una filosofia dell'eleganza, un'arte intrisa di poesia».
La storia del marchio Piombo è recente: era il 1989 quando Massimo realizzò la sua prima collezione di giacche e cravatte in un piccolo laboratorio a Varazze. Oggi la base è sempre nella località ligure, luogo di nascita dello stilista, ma il gruppo ha raggiunto dimensione globale, inaugurando ben cento punti vendita anche in Cina.
Il progetto Atelier di Piombo consiste in una «collezione nella collezione», un insieme di capi di nicchia riservati alla clientela dal gusto più ricercato. La collezione Atelier viene venduta solamente in venti punti vendita sparsi per il mondo, ed è realizzata con materiali esclusivi scovati dall'eclettico Massimo Piombo, che è anche art director della maison, in alcuni archivi francesi. Dopodichè li ricolora e li sposa con le sue creazioni. Ne nascono giacche, pantaloni, cappotti, camicie e sciarpe che non sono semplici capi d'abbigliamento, ma veri e propri oggetti simbolici paragonabili ad opere d'arte.
Estratto da Il Giornale del 24/06/05 a cura di Pambianconews