Torna un pò di ottimismo tra gli oltre 800 espositori di Pitti Immagine Uomo in corso a Firenze.
“Il mondo è grande, la percentuale di vendite in Italia scende ma sale quella del Medio Oriente e del Far East”, spiega Eugenio Canali, amministratore delegato dell'azienda omonima.
Gildo Zegna non ha dubbi: «Lasciamo pure stare la Cina, dice, e prendiamo la Russia, i Paesi dell'Europa dell'Est o del Medio Oriente. Sono qui vicini, sono più facili da seguire e soprattutto hanno un incredibile interesse per i nostri prodotti. Poi c'è l'America latina che si sta muovendo: Messico, Brasile, Argentina. Per i brand del lusso è un'occasione unica, pensare a una crescita del 30% all'anno in questi Paesi non è un sogno».
L'attenzione è concentrata anche sui Paesi arabi e sull'Asia. “Il problema è essere caoaci di competere in mercati molto diversi”, sottolinea Michele Norsa,amministratore delegato di Valentino. E per le piccole imprese non è facile. Chi si avvantaggia sono i marchi affermati, frutto di creatività, innovazione, marketing e comunicazione. Certo, tutto questo richiede investimenti. Allora perché non andare a produrre, anche all'estero? Si chiede Norsa. «Producendo lontano si ottengono margini più elevati che possono essere investiti per sostenere i marchi. L'unica regola che conta, aggiunge, è la trasparenza: ci dev'essere un'etichetta ben visibile».
Estratto da Il Sole 24 Ore del 24/06/05 a cura di Pambianconews